L’autista

Sesso & Potere 7

La prima volta in cui Sloane ha visto Anton lei era ancora la moglie dell’ambasciatore svetlandese in Kaldes e aveva appena ucciso un aggressore con l’attizzatoio del camino. Lui era stato chiamato per risolvere il problema senza clamore.
Sette anni dopo, da tempo tornata nelle Svetlands, divorziata e con una nuova carriera politica, Sloane è sul punto di annunciare la propria candidatura alle primarie, con la prospettiva di correre per la cancelleria. Una corsa non facile, per la quale tutti le consigliano di trovarsi un partner in grado di aiutarla. Non solo Sloane non intende fidanzarsi solo per migliorare i sondaggi, ma quanto Anton ricompare, senza lavoro e senza un soldo, Sloane lo assume all’istante come autista. Se voleva un partner per la campagna elettorale, non è stata di certo una gran mossa. Anton è mezzo kaldese, con un passato oscuro e nessun peso politico. Ma potrebbe essere proprio quello di cui Sloane ha bisogno.

Si fece accompagnare in Parlamento con la sua cazzo di city car. Prima di chiudersi in ufficio, parlò con Margaret e le chiese per favore di assumerlo come autista. Le disse anche che avrebbe dovuto comprare una macchina appropriata. Quale poteva essere?
«Una berlina blu, secondo me. O nera».
«Mh».
«Può andar bene anche un SUV, ma, Sloane… ti stai per candidare, no?»
«Se non faccio altri casini».
«Appunto. Cerca di comprare un’auto ecologica. Portati avanti».
«Astuta».
«Senza di me saresti una donna morta. Solo una domanda: il tuo ex sa di quest’ultima iniziativa?»
Sloane aggrottò la fronte. «Che cosa c’entra Matt?»
«Sai benissimo che c’entra».
Sloane sospirò. «Pensa che il cancelliere mi ha ordinato di trovarmi un marito».
«Non mi pare che tu stia andando nella giusta direzione».
«No, eh?»
Margaret scosse la testa. «D’altronde, con un autista come quello, che cosa te ne faresti di un marito?»

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Classificazione: 3 su 5.

Trasloco in corso

È in corso un trasloco di tutti i titoli Miss Black da un distributore a un altro. Per questo motivo è possibile che stiate notando delle mancanze sulle varie piattaforme librarie. Tutto si risolverà in qualche giorno e tutti i libri saranno nuovamente disponibili.

Grazie per la pazienza!

Naked

Ayden Brillat-Savarin è l’amministratore delegato di un grande gruppo industriale. È appena stato assoluto da un’accusa di molestie, ma in passato si è macchiato di altre scorrettezze. La sua compagnia, per non correre rischi, gli rifila una mentore: una professionista che gli insegnerà a sopravvivere alle insidie del mondo moderno, dal modo in cui comportarsi con le dipendenti, alle cautele da usare con le minoranze, fino al necessario linguaggio politicamente corretto. Ayden sarebbe molto seccato, se ms. Allegra Foxton, la mentore, non fosse ironica, sveglia e piuttosto carina. In fondo assecondarla non gli costa nulla. Non sa che presto si troverà messo a nudo e la sua vita non sarà più la stessa.

La porta si richiuse alle sue spalle e l’ufficio sembrò sprofondare nel silenzio. Era una sensazione che Ayden amava molto. Era stato lui stesso a far insonorizzare l’ambiente, in modo da non essere disturbato dal continuo suono dei telefoni e delle conversazioni fuori dal suo sancta sanctorum.
Oltre a essere insonorizzato, il suo ufficio era ampio, con una vetrata su un panorama mozzafiato di Canary Wharf, la moquette di un particolare viola che tendeva al grigio, un tavolo di vetro e acciaio, una scrivania abbinata, il divano di pelle naturale e le poltroncine in tinta. Di design. Riservato. Sottotono in modo elegantissimo.
«In casi come questo la porta non dovrebbe sempre restare aperta?» considerò Ayden, con un sorriso bonario.
«Spero che, per quanto lei detesti la situazione, non arriverà a uccidermi e a nascondere il mio cadavere in bagno».

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Classificazione: 3.5 su 5.

Svetlands

Sesso & Potere Vol. 1-5

Svetlands, una nazione immaginaria, ma molto simile a un qualsiasi paese occidentale evoluto. In questa raccolta trovano spazio le prime cinque novelle della serie, le storie di cinque cancellieri e delle loro relazioni. Relazioni talvolta scandalose, sotto gli occhi dell’opinione pubblica, in cui non c’è spazio per il romanticismo e la politica chiede il suo tributo. In queste cinque storie Miss Black esplora ciò che si annida nel cuore di una nazione e di chi la governa: un mondo gretto e carnale, attraversato da improbabili sfumature di sensibilità.
Contiene edizioni rivedute e corrette di:
1. Il cancelliere e la ballerina
2. Dovere di cronaca
3. La candidata
4. Al servizio della nazione

5. Liaison secrète

NB: anche tutte le edizioni singole sono state rivedute e corrette (su tutte le piattaforme)!

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Classificazione: 4 su 5.

La dama misteriosa

Alla magia Danais ha dovuto rinunciare per mancanza di soldi. Abbandonati gli studi, si è trovata a lavorare in una locanda nella Daron vecchia, locanda che ha poi ereditato. Anni dopo la sua vita non è male. Ha delle certezze, una routine di cui fa parte anche Methral, l’ex guardia reale che da tempo vive in una stanza della locanda. I loro incontri sono semplici, senza fronzoli sentimentali, anche perché Methral è invischiato con un’altra donna, una nobile che non gli concederà mai niente, ma a cui lui è incrollabilmente devoto.
I patti tra loro sono sempre stati chiari e Danais lo sa. Ma che cosa può farci se, a forza di frequentarlo, si è innamorata di Methral? Come convincerlo a rinunciare alla sua lady e ad accorgersi finalmente di lei? Forse proprio una dama misteriosa potrebbe aprirgli gli occhi…

«Vorrei proprio sapere come si fa» borbottò Danais, scuotendo la testa.
Pyria, che aveva assistito alla scena dalla cucina, emise una risata sarcastica. «La padrona ha chiamato?»
Lei annuì. «E io vorrei sapere… vorrei solo sapere, come si fa a tenere un uomo così per le palle. Guarda, non mi riferisco neanche a Methral, chi se ne frega di Methral. In generale. Come si fa, qual è il segreto? Gli ha creato guai a non finire e lui continua ad accorrere a ogni suo cenno».
«Lo paga, peraltro» considerò Pyria.
Danais gli lanciò un’occhiata di compatimento. «Sappiamo entrambi che accorrerebbe anche se non lo pagasse. La volta in cui l’ha messo contro il comandante della Guardia Reale? È finita in duello e non l’hanno impiccato solo perché il comandante non l’ha denunciato».
«Me lo ricordo».
«Senza un motivo, tra l’altro. Per un non meglio precisato affronto al suo nome».
Pyria sorrise. «È un nome che ha subito molte traversie».
«Nel senso che è già al quarto cambiamento?»
«Tra l’altro».
Le Doux era il terzo marito di dama Medeia, che era rimasta vedova ben due volte. Come fossero morti i primi due sposi era oggetto di speculazione, ma erano speculazioni sussurrate, dato che chiunque osasse fare insinuazioni a voce alta si trovava alla gola la spada di Methral.
«E come dimenticare l’episodio del suo “rapimento”?»
«Se ricordo bene, si scoprì che era solo fuggita con un cavaliere di passaggio e per non far passare da cornuto il marito… il secondo marito… se n’era uscita con la faccenda del rapimento. Fu Methral a combattere con il cavaliere».
Danais sospirò. «Già, infatti. Per questo mi chiedo… nonostante tutti i brutti scherzi che gli ha combinato, vedi? Lei chiama e lui accorre. Come fa?»
«Eh, sai…» Pyria fece un gesto vago.
«Non dirmi “è bella”. Il mondo è pieno di belle donne e non tutte hanno un simile potere. Sarà una maga? In segreto?»
«Ma no. È solo… come spiegarlo a una femmina?»
Danais si limitò a inarcare un sopracciglio.
«Medeia è l’archetipo della dama misteriosa. Della dark lady. Della femme fatale».
«Scusa?»
«Affascinante e impossibile. È quello a intrigare gli uomini. Siamo onesti, non gliela darà mai. E non perché sia una vergine vestale, o anche solo fedele a suo marito…»
«Ecco, appunto».
«Sì, appunto. La darà a tutti tranne che a lui, ma gliela farà annusare. Lui continuerà a sperarci ed è così che lei lo terrà in pugno finché campa. Non c’è guinzaglio più solido dell’amore non corrisposto».

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Classificazione: 3.5 su 5.

Gadget!

Quest’anno Miss Black festeggia dieci anni di attività!

Tra le varie iniziative che si succederanno durante il 2023, mi fa piacere presentarvi il nuovo shop con i gadget tratti dalle copertine e dalle grafiche dei libri. Ho scelto il sito che le produce, RedBubble, per la buona qualità dei prodotti e delle stampe. Spero che si rivelerà all’altezza! I gadget sono creati all’acquisto, ossia non esistono finché qualcuno non li compra. Alcuni hanno dei prezzi davvero esagerati, e di questo mi dispiace (non comprateli), ma la maggior parte è nella media dei prodotti di quel tipo.

Per ogni design ho progettato diversi gadget. Di quasi tutte le copertine sono disponibili le stampe, le cartoline/segnalibro, i quaderni a spirale, i cuscini, le borsine di tela e le borse-sacco. Qualcuno ha dei prodotti più insoliti, come il tappetino per il mouse. Le grafiche del logo hanno meno opzioni, perché chi vorrebbe appendersi in salotto un grosso poster con un logo?

Inutile dire che i gadget sono solo un piccolo diversivo per il decimo anniversario, il mio principale interesse restano i libri! Anche perché vi assicuro che i margini di guadagno sono quasi inesistenti e ci guadagnano solo i produttori degli oggetti. Nonostante questo, spero che l’idea vi piacerà e che qualcuno sarà felice di poter andare a fare la spesa con una borsina di Miss Black. Nei prodotti creati dalle copertine ho appositamente deciso di non mettere il logo, appunto per renderli usabili nella vita di tutti i giorni.

Nei prossimi mesi è probabile che si aggiungano nuove grafiche. Cliccando sull’immagine di un determinato prodotto nella pagina GADGET potrete visualizzare tutti i prodotti con quella stessa illustrazione.
Buon divertimento!

Guardali tutti su RedBubble!

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Classificazione: 0 su 5.

Una storia di sesso

Brielle e Frank si sono incontrati in un club per scambisti. L’idea è stata del ragazzo di Brielle, ma i risultati poi non gli sono piaciuti. In quanto a Brielle, lei non voleva neppure andarci. Con l’uomo che le è capitato si è trovata bene, Frank è un bel tipo ed è bravo a letto, ma non sentiva il bisogno di sperimentare.
Ormai, però, ha sperimentato. Il suo ragazzo si è infuriato e l’ha mollata nel mezzo del nulla, andandosene. Frank le ha dato uno strappo verso il centro.
Sembra l’inizio di una storia di sesso, erotica ma inconsistente, solo che…

Quella che Frank si sarebbe fatto più volentieri era la geisha. Anche se forse non era proprio vestita da geisha, ma solo da… giapponesina? Non che avesse importanza. Quella sera, allo Switch, tutte le ragazze erano in maschera. Quella che aveva puntato Frank portava un vestito orientale con dei ricami di crisantemi dorati, una specie di stola di seta nera e una parrucca… doveva essere una parrucca, giusto? Se non lo era, quella tizia si era fatta acconciare i capelli in un modo davvero complicato. L’ultimo tocco era dato da un ombrellino di carta di riso.
Avrebbe dovuto avere un aspetto lezioso, ma più che altro sembrava terrorizzata. Frank non capiva perché, nessuno le aveva obbligate a venire. Anzi.
Lo Switch era un club privato.
Un club per scambisti.
La tessera costava un sacco di soldi e le serate non erano per niente economiche.
Frank partecipava quando erano a corto di maschi di bella presenza. Lo pagavano per il disturbo, ma era poco più di un rimborso spese. Più che altro era un modo molto comodo per scopare con delle tizie che altrimenti non sarebbero state alla sua portata.
Non sapeva perché l’idea lo attizzasse, ma era così. Forse era persino un po’ patetico.
Guardò dalla parte di Nancy, che quella sera era vestita da sirena, e lei gli fece l’occhiolino. I maschi no, erano tutti in completo nero. Privilegio di genere, come avrebbe detto Nancy.
«Signore… signori…» richiamò la loro attenzione Madame Rose. Lei non era in costume, ma quasi. Il suo vestito da sera assomigliava a un fiocco argentato. Erano argentati anche i capelli, sebbene fosse ancora piuttosto giovane, sulla quarantina, e anche discretamente gnocca. Almeno secondo Frank, che comunque non era di gusti difficili. Le donne gli piacevano eleganti, raffinate, magari anche stronze. Gli piacevano le inibite da scandalizzare a letto. Le frigide a cui far scoprire le gioie del sesso. Poi le voleva anche carine, ma non gli serviva una top model per avere un’erezione.

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Dimenticare di ex e altri esercizi zen

Josephine immaginava una vita con Andrew. Erano perfetti. Entrambi giornalisti, lui direttore del canale all-news in cui lavoravano entrambi, affiatati a letto, grande intesa intellettuale. Ma Andrew l’ha scaricata e la vita di Jo è andata a pezzi.
Proprio in quel momento però, neanche fosse un segno del destino, Jo riceve in eredità una casa nell’Essex. È il luogo perfetto in cui rintanarsi per leccarsi le ferite e meditare sulla propria vita. Andare avanti non è per niente facile. È ossessionata dal ricordo di Andrew. Ogni mattina si sveglia pensando a lui, il corpo che lo desidera fisicamente, la mente che continua a ripercorrere ogni istante della loro relazione. Di Patrick O’Rourke neanche si accorge. Certo, Patrick è bello, è l’uomo più bello che abbiano mai visto da quelle parti. Al pub locale le ragazze cercano modi sempre nuovi per avvicinarlo, fallendo ogni volta.
Jo per fortuna è immune. Ma lo è davvero?

«Alla fine non è così male. Olivia, dico».
Erano sul pick-up di O’Rourke e stavano tornando a casa. Era strano quel pensiero. Stavano tornando a casa.
«Quindi, tutto considerato, potresti persino darle una possibilità?»
«No».
Jo rise di quella risposta così netta.
«Okay. Tra l’altro, credo che abbia qualcosa in corso con il rappresentante della Guinness».
«Bene. Non voglio sembrare altezzoso o roba del genere. È proprio che…»
«Olivia gioca in un altro campionato. Lo sa anche lei».
«Eh? Quale campionato?»
Jo sbuffò. «E dai».
«No, guarda, non gioco in nessun campionato. Non gioco».
«Cioè sei impotente?»
O’Rourke iniziò a tossire e il pick-up sbandò. Poi si mise a ridere. «Ti sembrano cose da chiedere?»
«Scusa. Capisco che non ti vada di parlarne. È un problema increscioso».
Lui rise ancora. «Essere impotente è
un problema increscioso, secondo te? Si vede che non sei un maschio».
«Scusa. Sul serio. Mi dispiace. È una tragedia».
Lui scosse la testa, continuando a ridere. «Non sono impotente. Sono solo non-praticante. Non voglio… non voglio nessuno tra i piedi». Fermò il pick-up davanti alla porta laterale. Gli alberi, attorno alla casa, erano macchie scure contro il cielo blu e nell’aria c’era odore di terra umida. O’Rourke spense il motore, ma non scese ancora. «Sto elaborando della roba. Roba che mi è successa. Brutta. E non voglio qualcuno che inizi ad aspettarsi da me… non lo so. Affetto, partecipazione, interesse. Non ho niente da offrire».

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Unfit Vol. 4: Kayal

Un indiano a New York

«Dovrebbero inventare un altro termine. No, anzi, sa che c’è? Non dovrebbero inventare proprio niente. “Persona” va più che bene, vale per tutti e copre tutte le possibilità».

È il 1894 quando Dharya Kayal, 44 anni, ex soldato a cavallo nell’esercito di Sua Maestà, indiano naturalizzato inglese, omosessuale quando ancora il termine comunemente accettato era “invertito”, BFF di Lord Northdall, uomo dalle molte virtù, dal fascino invidiabile e dagli infiniti turbanti, parte per New York alla ricerca di una persona. Un singolo individuo in una città di tre milioni di abitanti – tutti pazzi, a giudizio di Kayal.
La sua ricerca procede in un crescendo di confusione ed erotismo.
Tra ereditiere dissolute decise a fare di lui il proprio trofeo, poliziotti violenti (& attraenti), un intero quartiere del vizio in cui scavare, prostitute, mogli abbandonate, aristocratici progressisti, signore caritatevoli fieramente omofobe, combattimenti di topi, travestiti, gang di irlandesi e un’intera società non proprio entusiasta delle persone di pelle scura, Kayal può contare solo su un aiuto: un valletto che non si è mai allontanato dal Norfolk.
E, insomma, un budget illimitato.
Dovrà bastare.

Unfit è una serie sulle disavventure di alcune persone rispettabili, che alla vita non chiederebbero altro che pace, tranquillità e le sacrosante gioie del patriarcato, vessate dall’esistenza stessa di individui uguali a loro sotto tutti gli aspetti e che non gli hanno mai fatto nulla di male, ambientata in un tempo migliore in cui gli uomini erano veri uomini e gli altri finivano ai lavori forzati.

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Mai sfiorato

Vash Cole è uno pseudo-umano. La sua serie di cloni è stata concepita per lavori in condizioni proibitive. Molto più forti degli umani, con un sistema respiratorio più efficiente, abili nel pensiero strategico, i cloni della sua serie hanno però scarse capacità comunicative. D’altronde, quando lavori in una miniera a gravità zero su un asteroide non ti serve saper discutere dei massimi sistemi. Pensa che la sua vita sarà tutta lì, duro lavoro e sempre più acciaio pensante al posto della carne, visto che gli incidenti nello spazio capitano di continuo. Ma l’Assemblea passa una nuova legge in favore degli pseudo-umani e Vash si trova a essere merce avariata, troppo danneggiato per lavorare ancora. Cosa peggiore, i padroni della compagnia mineraria, appartenenti a una nobile e antica famiglia di Teti, la capitale dell’Alleanza, sono costretti a riassorbire in qualche modo gli pseudo ora non più impiegabili nelle miniere.
È così che Vash conosce Galia, la prima persona che gli abbia mai accarezzato una guancia, una che lo tratta da essere umano e vuole insegnargli a vivere in un altro modo, con un po’ di tenerezza. Una donna così in alto da sembrare una vertigine.

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