La dama misteriosa

Alla magia Danais ha dovuto rinunciare per mancanza di soldi. Abbandonati gli studi, si è trovata a lavorare in una locanda nella Daron vecchia, locanda che ha poi ereditato. Anni dopo la sua vita non è male. Ha delle certezze, una routine di cui fa parte anche Methral, l’ex guardia reale che da tempo vive in una stanza della locanda. I loro incontri sono semplici, senza fronzoli sentimentali, anche perché Methral è invischiato con un’altra donna, una nobile che non gli concederà mai niente, ma a cui lui è incrollabilmente devoto.
I patti tra loro sono sempre stati chiari e Danais lo sa. Ma che cosa può farci se, a forza di frequentarlo, si è innamorata di Methral? Come convincerlo a rinunciare alla sua lady e ad accorgersi finalmente di lei? Forse proprio una dama misteriosa potrebbe aprirgli gli occhi…

«Vorrei proprio sapere come si fa» borbottò Danais, scuotendo la testa.
Pyria, che aveva assistito alla scena dalla cucina, emise una risata sarcastica. «La padrona ha chiamato?»
Lei annuì. «E io vorrei sapere… vorrei solo sapere, come si fa a tenere un uomo così per le palle. Guarda, non mi riferisco neanche a Methral, chi se ne frega di Methral. In generale. Come si fa, qual è il segreto? Gli ha creato guai a non finire e lui continua ad accorrere a ogni suo cenno».
«Lo paga, peraltro» considerò Pyria.
Danais gli lanciò un’occhiata di compatimento. «Sappiamo entrambi che accorrerebbe anche se non lo pagasse. La volta in cui l’ha messo contro il comandante della Guardia Reale? È finita in duello e non l’hanno impiccato solo perché il comandante non l’ha denunciato».
«Me lo ricordo».
«Senza un motivo, tra l’altro. Per un non meglio precisato affronto al suo nome».
Pyria sorrise. «È un nome che ha subito molte traversie».
«Nel senso che è già al quarto cambiamento?»
«Tra l’altro».
Le Doux era il terzo marito di dama Medeia, che era rimasta vedova ben due volte. Come fossero morti i primi due sposi era oggetto di speculazione, ma erano speculazioni sussurrate, dato che chiunque osasse fare insinuazioni a voce alta si trovava alla gola la spada di Methral.
«E come dimenticare l’episodio del suo “rapimento”?»
«Se ricordo bene, si scoprì che era solo fuggita con un cavaliere di passaggio e per non far passare da cornuto il marito… il secondo marito… se n’era uscita con la faccenda del rapimento. Fu Methral a combattere con il cavaliere».
Danais sospirò. «Già, infatti. Per questo mi chiedo… nonostante tutti i brutti scherzi che gli ha combinato, vedi? Lei chiama e lui accorre. Come fa?»
«Eh, sai…» Pyria fece un gesto vago.
«Non dirmi “è bella”. Il mondo è pieno di belle donne e non tutte hanno un simile potere. Sarà una maga? In segreto?»
«Ma no. È solo… come spiegarlo a una femmina?»
Danais si limitò a inarcare un sopracciglio.
«Medeia è l’archetipo della dama misteriosa. Della dark lady. Della femme fatale».
«Scusa?»
«Affascinante e impossibile. È quello a intrigare gli uomini. Siamo onesti, non gliela darà mai. E non perché sia una vergine vestale, o anche solo fedele a suo marito…»
«Ecco, appunto».
«Sì, appunto. La darà a tutti tranne che a lui, ma gliela farà annusare. Lui continuerà a sperarci ed è così che lei lo terrà in pugno finché campa. Non c’è guinzaglio più solido dell’amore non corrisposto».

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Classificazione: 3.5 su 5.

Lilim

Vol. 1

Emma ha una carriera di successo, un compagno con cui ha ritrovato la complicità, un futuro che sembra già scritto. Tutto va in frantumi quando nella sua esistenza compare un uomo così bello da sembrare irreale. E apparentemente lo è, visto che la prima volta Emma lo incontra in sogno, un sogno vivido ed erotico. Da quel momento in poi la vita perfetta di Emma comincia a sgretolarsi. Warad-Sin, l’amante del suo sogno, si presenta in carne e ossa: magnifico, arrogante e tutt’altro che umano. Emma si rende conto di doversi difendere da lui e inizia a studiarlo con l’aiuto del professor Valdes, un antropologo che è quasi stato ucciso da un’esemplare femmina della sua stessa specie: i lilim. I lilim sono antichi come il mondo; belli e letali, si nutrono della forza degli esseri umani durante il sonno. Resistere al loro fascino è quasi impossibile e oltretutto Emma ha un motivo molto solido per non liberarsi di Warad-Sin. Un motivo che le sta crescendo dentro.

«Se n’è andato? Finalmente, non lo reggevo più».
A Emma venne quasi un infarto.
Aveva sentito una voce. In casa non poteva esserci nessuno, come poteva aver sentito…
L’uomo uscì dalla sua cucina come niente fosse. Alto, moro, una felpa e dei jeans addosso, capelli scuri e sfilati.
Emma cercò a tentoni dietro di sé la maniglia del portone. Lanciarsi fuori. Chiedere aiuto in strada, ma…
«S-sei… sei il tizio del sogno» disse, prima di rendersene conto.
E un attimo dopo, la realtà di quello che aveva appena tartagliato arrivò al suo cervello. Sì, cazzo: l’uomo che era uscito dalla sua cucina era il tizio del suo sogno.
Lui le rivolse un sorriso beffardo.
«Chi non ha mai avuto un sogno, forse ha solo sognato di vivere» declamò. Poi diede una scrollata di spalle. «Non mi ricordo dove l’ho letta. Ma, per essere davvero precisi, Emma, io non sono il tizio del sogno. Sono il tizio che ti ha montato mentre dormivi e il padre della creatura. Oh, non fare così».
Emma aveva aperto il portone, ma il tizio del sogno… o, insomma, quel tizio… l’aveva richiuso dando una spintarella al battente. Come avesse fatto a comparire accanto a lei era inspiegabile.
«Sto impazzendo» le uscì dalle labbra.
Lui fece schioccare la lingua. «Banale».
«Cioè, come hai fatto a—
«Noioso».
«Che cosa sei, dannazione?».
Lui sorrise di nuovo. Un altro sorriso bianco e derisorio.
«Già un po’ meglio. Vieni, sarò così gentile da spiegarti la situazione, visto che tenerti all’oscuro non è più possibile».

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Classificazione: 5 su 5.

El Rey de la Noche

Un Cuento Oscuro

April es la benjamina del Rey Avetis. Su vida podría reducirse a bailes y frivolidades, pero ella no es de ese tipo. Le gusta montar a caballo, pasear por el bosque, leer y detesta las situaciones mundanas. Cuando el joven heredero al trono cae gravemente enfermo, a causa de su naturaleza aventurera, su padre le pide que entre en el reino que se halla más allá de las nieblas, donde el sol nunca sale y la magia es poderosa, para de alguna manera, apoderarse de la Gema de la Noche, una piedra con extraordinarias habilidades taumatúrgicas. April está dispuesta a luchar por la piedra, a robarla o a comprarla a precio de oro, pero, para comenzar, también podría intentar amablemente pedirla. El Rey de la Noche, el soberano de aquellas tierras, se la concede, pero ordena a su hijo Starrag que la acompañe. Y Starrag es espantoso, sombrío como el cuervo del que lleva su nombre, enigmático e infeliz, arrogante a menudo, pero también tiene algo diferente y especial de lo que April, poco a poco, comienza a sentir su encanto. Es sólo el comienzo de una historia más profunda, de una atracción compleja y no exenta de equivocaciones, y del encuentro entre dos mundos situados en las antípodas.

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Classificazione: 4 su 5.

Goldflayer

Gli esploratori delle ombre Vol. 2

Evergar Wilds, il continente perduto. La spedizione shadenar è arrivata da un mese e nulla è facile. Come previsto, d’altronde: il loro non è un lavoro da dilettanti allo sbaraglio. A guidarli hanno Lynx Nightshade, il più abile e cinico dei professionisti. Morto da più di settant’anni, si è fuso con un’entità esoterica che vive tra i mondi. Ora la tautecnologia di Shaden l’ha riportato in vita… e lui e Meriel sono diventati molto vicini.
Ma la situazione politica nelle Evergar Wilds è impegnativa. Le due principali nazioni sono in guerra e c’è una terza parte, una popolazione che si nasconde nei boschi e che pratica una forma rudimentale di magia. In un mondo ostile e spaventoso, con un alleato (e amante) di cui non sa se fidarsi, per Meriel la sfida più impegnativa sarà quella contro se stessa.

Mi stiracchiai sotto alle coperte e Lynx mi accarezzò un fianco. «Sei bella, al mattino. Non dovrei perdermelo così spesso».
«Di’ pure sempre» borbottai, infilando anche la testa sotto.
«Okay, diciamo sempre. Sono un tipo mattiniero». Spense il pad e lo posò di lato, sullo schienale di un sedile, poi scivolò sotto anche lui.
Mi trovai il suo naso a un millimetro dal mio.
«Lynx, io penso che tu sia bipolare» gli dissi, serissima.
Lui appoggiò la fronte alla mia. «Un po’ impegnativo, forse» minimizzò.
Risi. Gli accarezzai una guancia, scompigliandogli il pizzetto. «Sei contorto. E manipolatore. E insensibile. E a volte sei semplicemente stronzo».
«Ma ho dei begli occhi?».
«Ma ti amo».
Lui posò la guancia contro la mia. «Anch’io, a modo mio. Ma, tanto, non mi credi».
Era vero, non gli credevo. La sera prima stava per uccidermi. Non ero ancora del tutto convinta che fosse un bluff.
Posò il corpo contro il mio. «Uno di questi giorni dovrò dimostrartelo».

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Classificazione: 2 su 5.

Nightshade

Gli esploratori delle ombre Vol. 1

Evergar Wilds, il continente perduto. A Meriel è stato chiesto di organizzare una spedizione per esplorare le terre su cui da due secoli nessuno mette piede. Sono contaminate dalle radiazioni di una vecchia guerra, ma hanno ancora una popolazione, strani popoli rimasti isolati troppo a lungo. E mentre nel resto del mondo la tecnologia si fondeva alla magia, nelle Evergar Wilds la magia, selvatica e radioattiva, è ancora mescolata alla religione e alla superstizione. Per esplorare un mondo come quello serve una persona speciale, e il loro capo spedizione lo è. Lynx Nightshade è morto da più di settant’anni, ma è morto da illuminato, fondendosi con un’entità esoterica che vive tra i mondi. Ora la tautecnologia di Shaden l’ha riportato in vita… ma la convivenza con lui non sarà facile per Meriel.

Io ho aperto la bocca, allucinata. Poi mi sono messa a ridere. «Sì, cavolo! Certo che hai flirtato!».
«Naturalmente. Mi serve che tu sia dalla mia parte» mi ha spiegato lui, tranquillo. «Abbiamo parlato delle dinamiche sociali che molto presto verranno fuori in questo gruppo. Ci saranno fazioni. Qualcuno metterà in discussione il mio ruolo. Mi serve che tu non lo faccia».
«Ed è per questo che…».
«Anche» ha sorriso. «E anche perché sei intelligente, interessante e persino bella, nonostante tu non ne sia minimamente consapevole».
Ero imbarazzata e stavo per iniziare a protestare, ma lui mi ha interrotta con un gesto. «Serve una mente particolare per vedere la bellezza di chi si crede esteticamente insignificante, di chi ha investito tutto su qualcos’altro, ma concedimelo: io ho una mente particolare».
A quel punto ho buttato giù il vino che mi restava nel bicchiere e me lo sono riempita di nuovo senza chiedere. Gli ho spiegato che dovevo diventare almeno alticcia per sostenere quella conversazione.
«Se può rassicurarti, quest’annata dev’essere così sublime da non lasciare praticamente doposbornia. Visto che regalarla a me è stato uno spreco, sono felice che almeno tu l’apprezzi» ha detto lui, calmo come sempre.
«Quindi, okay… hai pensato di comprarti così la mia eterna fedeltà?» sono tornata al punto, io. In effetti, dopo un bicchiere e mezzo mi sentivo un po’ più coraggiosa.
Lui ha intrecciato le dita a cuspide e mi ha lanciato un’occhiata sorniona. «Oh, be’… posso sacrificarmi e continuare a tentare, se una volta non è stata sufficiente».

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Classificazione: 2 su 5.

Il re della notte

April è l’ultimogenita del re Avetis. La sua vita potrebbe essere fatta di balli e frivolezze, ma non è proprio il tipo. Le piace andare a cavallo, camminare nei boschi, leggere e odia le situazioni mondane. Quando il giovane erede al trono si ammala gravemente, è per la sua indole avventurosa che suo padre chiede proprio a lei di inoltrarsi nel regno oltre le nebbie, dove il sole non sorge mai e la magia è potente, per impadronirsi in qualche modo della Gemma della Sera, una pietra dalle straordinarie capacità taumaturgiche. April è pronta a lottare per la pietra, a rubarla o a comprarla a peso d’oro, ma, per cominciare, tanto vale provare a chiederla gentilmente. Il Re della Notte, il sovrano di quelle terre, gliela concede, ma ordina a suo figlio Starrag di accompagnarla. E Starrag è spaventoso, cupo come il corvo di cui porta il nome, enigmatico e infelice, spesso sprezzante, ma ha anche qualcosa di diverso e speciale di cui April inizia lentamente a subire il fascino. È solo l’inizio di una storia più ampia, di un’attrazione complessa e non priva di passi falsi, e dell’incontro tra due mondi agli antipodi.

«C-come… dov’eri? Come sei entrato?».
Starrag Ó hAlluráin sbuffò. «In questo regno non avete protezioni contro la magia. Se volessi potrei entrare nella stanza del tesoro del re, nessuno potrebbe impedirmelo. Ebbene?».
April sbatté le palpebre un paio di volte.
«Ho dei segni sul corpo!».
«I sigilli. Te ne sei accorta solo ora?».
«Sì!».
E nel sentirlo così sprezzante, la paura si stava trasformando in collera.
«Come hai potuto, dannazione! Sono piena di… di scarabocchi rossi! Scompariranno? Perché non sono ansiosa di sposarmi, è vero, ma spiegare questa roba a un futuro marito potrebbe essere un po’ complicato. Specie data la posizione di alcuni. Per di più non ho ancora capito se ce n’è uno anche… anche… lì, insomma!».
«Lì dove?».
April fece un cenno indignato verso il basso. «Lì!».
Starrag Ó hAlluráin la fissò inespressivo. «Sei davvero la creatura più fatua e ignorante che abbia mai conosciuto».
«E tu il più maleducato! Non si scrive sul corpo di una signora!».
«La magia ambisce a farsi carne, nelle mie terre. Più sei adatto a ospitarla, più cerca di piantarti dentro il seme di un incubo. Tu sei entrata nel nostro regno senza proteggerti, ho dovuto tracciare dei sigilli. Ti ho detto che devo finire il lavoro. Con il tempo diventeranno quasi invisibili, se davvero li trovi così indecenti».
«Non li trovo così indecenti. Accetto la tua spiegazione e se li hai tracciati per proteggermi te ne sono grata. Ma sarà difficile spiegare a un futuro sposo come me li sono procurati, questo è indubbio».
«Oh, sono sicuro che quel pover uomo avrà ben altro di cui lamentarsi. Forza, spogliati, chiudiamo la questione».

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Una gabbia dorata

Tra le Terre dell’Est e quelle dell’Ovest infuria la guerra da quasi due secoli. Quello che un tempo era un unico popolo si è diviso più volte. Da un lato gli elfi bianchi e quelli silvani, e i loro alleati umani; dall’altro gli umani dell’Est e tutte le specie che a Occidente considerano ripugnanti o pericolose: elfi neri, golbin, troll, orchi…
Elli Nakril è la figlia di un anziano del Consiglio dell’Ovest. È un’elfa silvana, una guerriera. Quando viene catturata e portata a Est sa che gli orientali la useranno come merce di scambio. Viene chiusa nella Cittadella della capitale dell’Est, prigioniera del loro odiato regnante: Syryt Thygarest, un mago oscuro, così magico da non sembrare neppure più umano.
Eppure… è proprio quell’uomo terribile a parlarle per la prima volta di pace. Della possibilità di mettere fine alla guerra e agli spargimenti di sangue. Le parla, la convice… la affascina. E la prigionia di Elli diventa piacevole, gli ideali di Syryt sempre più allettanti.
Ma nulla è facile. A ovest sospettano della buona fede dell’Est… e forse hanno ragione. Perché Elli inizia a rendersi conto di essere ancora in prigione, una gabbia dorata di cui è difficile persino scorgere le sbarre.

Thygarest era comparso accanto a me, seduto con le gambe accavallate, i capelli che si confondevano con il colore della notte e un’espressione divertita sul viso.
«Non danzerò» ribadii.
«No?» chiese lui. Scivolò ai miei piedi, inginocchiato come un pretendente, e mi sfilò le scarpe. «Tornerai a casa scalza, quindi» disse, rialzandosi e allontanandosi con le mie scarpe.
«Ridammele!» protestai, inseguendolo.
Lo rincorsi tra la gente che ballava. Thygarest non stava correndo, ma in qualche modo era sempre un paio di passi avanti a me. E io sentii l’erba fresca sotto i piedi e la danza mi travolse senza scampo.
«Dannazione» borbottai.
E iniziai a danzare.
Danzai e piroettai, saltai e svolazzai, lasciandomi invadere dalla primavera. La frenesia del risveglio si impadronì di me e iniziai a cantare la mia magia, risvegliando tutto ciò che avevo intorno. L’erba cresceva, sotto i miei piedi, e gli alberi mettevano nuove foglie, i fiori aprivano le corolle come se fosse l’alba e i rami si muovevano, sgranchendosi.
Il mio canto salì di volume, abbracciando tutto il parco, mentre danzavo e danzavo, completamente infiammata dalla primavera.
Sentii due mani prendermi per la vita, alle mie spalle. Sapevo che solo una persona avrebbe potuto farlo, in quel momento, mentre tutta la mia natura era dispiegata attorno a me. Mi voltai e infatti era Thygarest.
Danzò con me. Fu… stranissimo.
La sua magia si intrecciò alla mia, si fece simile alla mia e anche lui cantò il risveglio. Non so che cosa vide la gente che avevamo attorno. Una coppia che ballava una strana danza fluttuante, forse. Tutto si fece intenso, profumato, sensuale. Il risveglio mi sciolse le gambe e i fianchi, riempiendomi del piacere così particolare della rinascita.
Fu come fare l’amore. Thygarest doveva capirlo e assecondò quell’onda languida.

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Fatto per uccidere

A Grad cade la neve quando Sophia, su un binario della stazione ferroviaria, lotta con tre uomini che vogliono sopraffarla. Un treno passa sbuffando vapore – forse per lei è la salvezza! – ma no, rallenta e basta, non si ferma. Quando ormai tutto sembra perduto, la porta di un vagone si apre e due mani sconosciute la traggono a bordo. Sophia è sfuggita ai suoi aggressori, ma chi l’ha salvata? Tjark Vinter sembra un gentiluomo, ma sul suo viso una cicatrice rivela che ha combattuto nella Guerra dei Sospiri, dieci anni prima. Sophia scoprirà presto che la guerra gli ha lasciato ben altre cicatrici, dato che Vinter è uno dei pochi maghi da combattimento rimasti in circolazione, uno dei pochi a padroneggiare arti ormai inutili, in tempo di pace. E quando verrà a sapere che è stato arrestato dovrà ricambiargli il favore e salvargli la vita, perché le autorità vogliono cancellare dal mondo lui e il suo segreto… un’abilità che lo rende una perfetta macchina da guerra, ma che gli impedisce di dimostrarle tutta la passione che prova per lei.

Vinter le avvolse una pelliccia attorno alle spalle Sophia si appoggiò dolcemente a lui. Un istante più tardi sentì le sue mani che le massaggiavano i piedi nudi, scaldandoli.
«Grazie» sussurrò. Aveva un seno schiacciato contro il suo fianco e trovava la loro vicinanza sempre più stordente.
Sollevò il viso verso quello di lui e vide la sua espressione seria, quasi accigliata.
«Signora Blomgren…»
«Mi chiami Sophia».
Erano così vicini che quando le labbra di lui sfiorarono le sue Sophia quasi non se ne accorse. Quasi, perché il cuore iniziò a batterle nel petto come un forsennato.
«Mm… Sophia, benissimo. Quindi puoi chiamarmi Tjark. Forse dovremmo andare a letto».
Lei arrossì violentemente, come fosse una ragazzina alla prima cotta, e Vinter sbatté le palpebre un paio di volte.
«Intendevo dire ognuno nel suo, è ovvio. Non volevo suggerire…» Sospirò e la baciò di nuovo. «O forse volevo suggerirlo, dopo tutto. Non riesco a fermarmi. Fermami tu, per favore».
«Come dovrei fare?».
«Potresti dire “smettila”».
La baciò ancora, ancora una volta sfiorando appena le sue labbra.
Sophia si allungò verso di lui, premendogli il corpo contro.
«Sì, smettila, Tjark. Ecco, ora l’ho detto, sei contento?». Intrecciò le dita alle sue e, continuando a baciarlo, si portò la sua mano al petto. «Smettila subito».
Vinter strinse la morbidezza del suo seno. Il cuore di Sophia sembrava impazzito, e anche il suo corpo. Si inarcò contro di lui, mentre con le labbra gli separava le labbra e assaggiava il suo sapore con la lingua.
«In effetti non dovrei» sospirò Vinter, nella sua bocca. La sua mano massaggiava il suo seno in modo così gradevole da darle i brividi, accarezzandola al di sopra della casacca.

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Classificazione: 4 su 5.

Magnum Opus

L’alchimia del piacere 3

Qualcosa è andato orribilmente male. La profezia non si è avverata, la natura della Soglia non è cambiata e i quattro protagonisti della trasformazione alchemica sono stati risputati sulla Terra come semplici esseri umani, soggetti agli insulti del tempo e delle malattie. Sono passati sei mesi da quel giorno e Amintha non può sopportare che Nathaniel invecchi e muoia davanti ai suoi occhi.Vivian si macera nel senso di colpa per essere stata l’involontaria causa di tutto quel dolore e nessuno sa dove sia Rahel.Nel contempo, in un parco della città, un senzatetto muto viene avvicinato e aiutato da una volontaria, Casey. Il senzatetto si è guadagnato il nomignolo di “Quello Bello” tra gli operatori della charity, ma chi è? Da dove viene? E che cosa l’ha reso indifferente a tutto?Le loro strade dovranno di nuovo incrociarsi… nell’alchimia del piacere.

Lucien ignorò entrambi. Slacciò altri bottoni della camicia di lei, fino quasi ad aprirla tutta, e le tirò fuori il seno dalla coppa del reggipetto. Casey si sentì arrossire disperatamente e sprofondò la faccia nel suo dolcevita.«Lucien…» disse, di nuovo.
Lui le pizzicò il capezzolo.«Se per qualche ragione questo mio stato di eccitazione dovesse dispiacerti, ti prego di ricordare che è questa la condizione che ci vuole per la poesia, e della poesia solo m’importa. La poesia è ciò per cui vivo» replicò, con il suo forte accento francese.
«John Keats, addirittura» giunse il contrappunto beffardo della voce di Amintha, dal sedile anteriore. «Se inizia a citare de Sade è il caso che ti preoccupi, tesoro». Lucien sbuffò.
«La virtù non conduce ad altro che all’inazione più stupida e più monotona, il vizio a tutto ciò che l’uomo può sperare di più delizioso sulla terra» disse. «Ecco de Sade».
Amintha rise.
«E siamo ancora tutti vivi, eh?».
«Oh, smettila» fece Nathan, dandole una spintarella scherzosa. Nessuno sembrava far caso al fatto che Lucien stava palpando il seno nudo di Casey.
«Non ascoltarla, vecchio mio. Sai che cosa ha fatto, subito prima di… insomma, del nostro incidente? Ha comprato un quadro che avevate nella vostra vecchia casa alle porte di Parigi. Non è romantico?».
«Lui era ancora morto» specificò Amintha. «È più facile provare nostalgia per chi è morto».

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Nigredo

L’alchimia del piacere 2

Metà del XVII Secolo. Amintha è nella prigione di un piccolo paese sui Pirenei, dove sarà processata per stregoneria. In attesa della sentenza è già stata “condannata” dagli uomini del conte, con l’accusa di essere giovane e bella. Quando Nathaniel de La Forge la incontra per la prima volta di lei è rimasto ben poco. Abbastanza, tuttavia, perché lui si renda conto che è un Seme d’Ombra e la porti via, salvandole la vita. Da quel momento in poi i loro destini saranno legati in un intreccio di passione e reciproche ferite. Nel corso dei secoli, tra le alterne vicende di entrambi, Amintha resterà fedele all’uomo complicatissimo a cui si è legata. Fino ad arrivare ai giorni nostri, quando ogni cosa sembra sul punto di cambiare per sempre…

«Adesso toccati» disse Nathaniel.
«Eh?».
«La risposta giusta sarebbe “Sì, mio signore”».
Amintha gli lanciò uno sguardo confuso. «Sì, mio signore, ma come…»
«Mm… chiudi gli occhi. Dove hai bisogno di una carezza?».
«Non lo so. Mi fanno male le costole».
«Inizia da lì, allora. Sfiorale. Accarezzale».
Lei lo fece. Provò una lieve fitta di dolore, seguita da una sorta di benessere. Il suo corpo era caldo e ancora saturo di energia, sfiorarlo era piacevole.
«Un seno, ora. Mh-mh. Quella tettina lì va benissimo. Strofina il capezzolo con il palmo della mano… chiudi le dita sulla mammella… stringi. Piano. Palpala… massaggiala. Che cos’era?».
Amintha aveva aggrottato le sopracciglia, se ne rese conto un istante dopo che Nathaniel gliene ebbe chiesto il motivo.
«Non dovreste guardare» spiegò.
«No?».
«È… privato».
«Quindi non ti piace che guardi. Nemmeno una piccola parte di te».
«Non è questo, è che… se ora continuo, no? Ho capito che cosa volete che faccia. Posso farlo… se non guardate».
«Mh-mh. Chiudo gli occhi, se me lo racconti tu».
Amintha si mordicchiò il labbro inferiore. Non sapeva se così fosse meglio o peggio. Le faceva piacere che lui non si fosse semplicemente alzato, che non avesse interrotto quella specie di gioco.

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