Vendetta

The New Little Black Chronicles

Che cosa ci fa Tyr, l’albino millenario, in una delle peggiori favelas di Rio de Janeiro? Quale terribile perdita l’ha convinto a partire per una missione vendicatrice solitaria? A chi sta dando la caccia? Tra la desolata umanità di una Rocinha in bilico tra la redenzione e il disinteresse delle autorità, Tyr è pronto a giocare a un gioco molto rischioso, con l’unico aiuto di una prostituta minorenne già disillusa dalla vita e di una poliziotta che crede in una favela libera dal controllo dei narcotrafficanti. Nessuno di loro uscirà uguale a prima dal gorgo pericoloso e sensuale di Rio…

Quindi, dopo tutto, Tyr voleva quello che volevano tutti. Lana si disse che non importava: le aveva salvato la vita, si era preso cura di lei e le aveva persino comprato cibo e vestiti. Inoltre, vendeva quello che Tyr ora voleva sette giorni su sette a chiunque pagasse… dov’era il problema?
Salì sul letto con le ginocchia e si sfilò la canottiera. La buttò da un lato, per poi slacciarsi il bottone dei pantaloni.
«Vieni qua» ripeté Tyr.
Lana si chinò su di lui, chiedendosi che cosa avesse il mente quel tizio incomprensibile. Come scoprì un istante dopo, niente di strano: allungò la testa per prenderle un capezzolo tra le labbra. Lana sentì la sua lingua solleticarla leggermente e…
Quello che avvenne subito dopo fu… impossibile. Fu come se dal punto in cui la bocca di Tyr le leccava delicatamente il capezzolo si diramasse una corrente di puro piacere. Quel piacere violento e sempre più inspiegabile si diffuse nel suo corpo come un’onda formicolante.Lana perse l’equilibrio e cadde addosso a Tyr, o meglio, gli sarebbe caduta addosso se lui non l’avesse afferrata fulmineamente per le braccia, adagiandola sul materasso.
Un primo sospiro di piacere sfuggì dalle labbra di Lana. Era inspiegabile, era… doveva averla drogata o qualcosa del genere. Doveva aver messo qualcosa nella feijoada… perché lei non godeva mai con i clienti, e in realtà non godeva mai in generale, quindi quello che le stava succedendo era…
«Inevitabile, credimi» mormorò Tyr.

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Classificazione: 4 su 5.

High School

Kartika è all’ultimo anno delle superiori. Il suo è uno dei quartieri peggiori di Charlotte, con un alto tasso di abbandono scolatisco, i baby gangster e fin troppe ragazze-madri, ma Kartika è decisa a ottenere la borsa di studio che la porterà via di lì, verso un futuro migliore. Sul suo cammino il nuovo direttore della scuola, Edward D. Ford. Edward è giovane, progressista, ambizioso… e intende aiutarla sul serio. È anche bello e sexy da impazzire e Kartika prende quasi subito una sbandata per lui. Sembra un’attrazione non corrisposta, un amore senza speranza, ma forse, lasciando tempo al tempo…

Fu come veder crollare un edificio da una certa distanza. Vedi una nube, poi senti un tonfo e solo dopo l’edificio collassa.Lo stesso fu con lui. Prima rispose al mio bacio, poi mi posò le mani sui fianchi, poi mi tirò su prendendomi per le natiche e barcollò verso il divano. Si piegò su di me, con un ginocchio tra le mie cosce, baciandomi, leccandomi e mordicchiandomi collo e spalle.
Finalmente vidi il suo desiderio e la cosa mi infiammò completamente. Gli strattonai via la camicia senza sbottonarla, gli slacciai i pantaloni. Mi liberai di leggings e stivali e mi strofinai senza pudore contro il suo pacco.
Lui rise. «Cristo» borbottò, stringendomi una tetta.Gli tirai giù i pantaloni, facendogli scivolare le mani sulle chiappe. Avrei voluto dirgli di scoparmi in tutti i modi, togliendosi ogni possibile sfizio, ma non ne avevo il coraggio. Così mi limitai a gemere e a cercare il suo sesso con una mano.Lo trovai, grande, duro, caldo… pronto.

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Classificazione: 4 su 5.

Involontarie seduzioni

La congiura dell’anziano duca Athesdel per detronizzare l’imperatore è fallita. Lui è stato giustiziato, suo figlio Kalel è stato costretto a rinnegarlo e a rinunciare a terre e titoli. Il Concilio non è riuscito a provare il coinvolgimento dei Torsenth, una famiglia della nobiltà minore, ma ha deciso di punirli ugualmente, promettendo la loro primogenita a Kalel e forzando lui ad accettare una sposa socialmente inferiore. Dopo il matrimonio quel che resta della famiglia Athesdel è esiliato nell’unica proprietà sopravvissuta alla confisca: Briendad. Qua, nella tranquillità e nella solitudine di un palazzo ammaccato dal tempo, Kalel e Ona impareranno a conoscersi e scopriranno che non tutto è perduto. Nel cercare conforto in tutte le sfumature della passione costruiranno qualcosa che nessuno dei due si aspettava…

«Mi… dispiace» mormorò lui.
Ona lo tirò verso di sé. Chiuse le cosce e gli circondò la vita con le braccia, tenendoselo sopra.
«Kalel?» chiamò.
«Sì?».
Si rese conto che aveva appoggiato la testa accanto alla sua, sul cuscino. Ora riusciva a sentire il suo corpo contro al proprio. Il suo torace e le sue braccia. La sua carne soda e le sue ossa.
«Non è così che sei abituato, è vero?» gli chiese.
Lui restò in silenzio per qualche istante. «No. Mi dispiace, non… dammi qualche minuto, va bene?».
Ona osò accarezzargli i capelli. Vedendo che non scacciava la sua mano, continuò ad accarezzarlo.
«No, dai tu qualche minuto a me. Non dev’essere per forza sgradevole».
«Mi dispiace» ripeté lui.
Lei non gli rispose. «Posso baciarti?» gli chiese.
Sentì il rumore silenzioso di una risata. «Naturalmente».
Gli baciò una guancia e il mento. Si rivoltò in modo da essere lei quella sopra di lui. Le piaceva stringerlo. Le piaceva la consistenza del suo corpo.
Trovò i bottoni del suo pigiama e iniziò a slacciarli. Sapeva che non indossava più i pantaloni, perché sentiva le sue gambe nude sfiorarle le gambe, ma voleva accarezzargli e baciargli anche il torace.
Ora, per qualche motivo, non aveva più paura, forse perché sapeva che poteva essere anche gradevole, molto gradevole. Stesa su di lui, le sembrava di avere la situazione sotto controllo e si sentiva in grado di renderlo appagante. Non voleva che Kalel ricordasse quell’esperienza come un disastro. Non voleva ricordarla come un disastro neppure lei.

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Classificazione: 5 su 5.

Oscuri abissi di desiderio

L’East End di Londra è ancora stretto nell’incubo di Jack lo Squartatore, ma non è l’unico pericolo da cui una giovane donna debba guardarsi. Elisabeth Currant è cresciuta in una famiglia della media borghesia, ma la morte del padre e i conseguenti problemi economici hanno finito per portarla in una delle terribili strutture per indigenti di Whitechapel. È fuggendo da una situazione disperata che si imbatte in sir Louis Roswell Spencer, che la salva dall’incubo in cambio del suo aiuto. Sta indagando nella morte di una donna uccisa dell’East End da una mano diversa da quella dello Squartatore… una giovane di ottima famiglia, trovata strangolata e vestita come una prostituta. Quale oscuro intreccio di desiderio e follia ha condotto alla sua uccisione? E come potrà Elisabeth sottrarsi al proprio desiderio, che la sta spingendo inesorabilmente tra le braccia di un uomo di una classe sociale diversissima dalla sua e per di più sposato?

Annuii e cercai di guardarlo in faccia, ma l’interno della carrozza era troppo buio. Fu l’alcool a rendermi avventata a sufficienza da chiedere: «Era la sua amante?».
Sir Louis scosse la testa, ma non ne sembrò turbato. «No, no. La conoscevo da troppo tempo». Si sporse su di me e mi baciò.Il cuore iniziò a battermi nel petto come un tamburo. Sir Louis mi aveva presa alla sprovvista, ma ora che sentivo le sue labbra sulle mie… mi sembrava di morire, da quanto era bella la sensazione.
Lui mi accarezzò una guancia e continuò a baciarmi. Il tempo sembrò accelerare. Avrei voluto che quel viaggio in carrozza continuasse per anni e anni, per poter restare tra le sue braccia, con la sua bocca premuta sulla mia. A un certo punto oltre alle sue labbra sentii anche la sua lingua.Trovai la cosa incredibilmente eccitante. Mi sentivo sempre più intontita e disinibita e avrei voluto che quello che stava succedendo continuasse in eterno.

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Classificazione: 4 su 5.

Ferite

Dopo la morte del padre, Deane vive nella casa di famiglia con l’unica compagnia dell’anziana domestica, mandando avanti l’allevamento di cavalli di famiglia. Ma durante una bufera di neve, nelle stalle trova un uomo riverso e ferito. È Irial O’Donnell, duca di Clanaghal, signore delle loro terre, abile stregone. Deane lo soccorre e lo cura, senza sapere che questo cambierà per sempre la sua vita. O’Donnell è stato tradito e quasi ucciso e ora i suoi nemici lo cercano per eliminarlo per sempre. Deane lo nasconde e presto diventa evidente che O’Donnell prova qualcosa per lei: un’attrazione forse inappropriata, che rischia di ferire entrambi più di quanto abbiano messo in conto. E neppure tutta la magia del mondo potrà rimettere le cose a posto, dopo…

O’Donnell voltò la testa dalla sua parte. La guardò con lo sguardo velato dalla febbre, ma non disse nulla. Invece, le posò una mano sulla pancia.
Deane sapeva che non era appropriato, ma le piaceva troppo per mettersi a protestare. Lui la accarezzò gentilmente, continuando a guardarla con gli occhi socchiusi. Sentiva il suo fiato sul viso, fresco. La mano di lui scese. Iniziò a tirarle su la gonna.
«Che cosa…» sussurrò. Ma non voleva che si fermasse. Voleva stringersi a lui e voleva che continuasse a toccarla.
«Niente di irreparabile» rispose lui. Ormai le aveva sollevato del tutto la gonna e la sua mano si stava infilando dentro alle alte mutande di lana di lei.
Deane deglutì disperatamente, emettendo un suono confuso.
Lui la accarezzò tra le gambe, tra i riccioli bagnati della sua parte più intima. La accarezzò piano e Deane sentì un piacere nuovo, inspiegabile, bruciante. Aprì le cosce per permettergli di raggiungerla meglio. Chiuse gli occhi e sospirò. Era così… bello.
Sentì le sue dita che la accarezzavano, la titillavano, premevano sull’esterno del suo sesso fino a farle emettere un suono simile a un lamento.
Quando sprofondarono nell’apertura bagnata e sensibile tra le sue gambe, Deane riaprì gli occhi per guardarlo.
«Come supponevo… sei bella, quando godi» mormorò lui.

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Classificazione: 3 su 5.

Segni sottili

The Little Black Chronicles 4

Dalla Spagna del periodo moresco alla Scozia del XV Secolo, dalla Germania settecentesca alla Londra moderna, le vite dei vampiri e dei licantropi che conosciamo hanno avuto vicende alterne. Qual è il legame tra Tyr, il vampiro albino, ed Eno, la bevitrice di sangue africana? Chi era la donna scozzese che ricorda Sarah ad Adrian? Come sono diventati ciò che sono Vlan e Myra? Anne, la guardia del corpo di Harry, è solo una lupa fedele? E chi ha tradito entrambe le razze consegnando il figlio di Sarah agli Osservatori?Un lungo viaggio tra i secoli e tra le ombre più oscure della passione, ma anche tra i sentimenti intramontabili che legano tra loro tutti gli esseri, siano umani o meno.

Tyr si chinò per dare un’ultima leccata alla donna, poi tornò a guardare Eno. «Non parlare di cose che non conosci» disse, senza nessuna particolare inflessione. Si alzò e si appoggiò tra le gambe della prostituta. Le prese il mento, cercando i suoi occhi. «Shh…» mormorò. Lei si azzittì. «Vestiti e vattene. Non ti ricorderai di me».
Si raddrizzò e, mentre l’altra prendeva i suoi vestiti con aria assorta, andò verso la brocca dell’acqua. Si sciacquò la faccia, prima di tornare a voltarsi verso Eno.Le indicò il letto, da cui l’altra si era appena alzata. «Forza, allora. Se è quello che vuoi».
Eno rise. «Non è quello che voglio, razza di jinn impudente!».
Tyr incrociò le braccia, i lunghi capelli bianchi che gli spiovevano sulle spalle dello stesso colore. «No? Vedo dentro alla tua testa, fiorellino».
Eno fece un passo indietro.«Ah. Ma hai paura. Certo» continuò lui, tranquillo. Prese il suo djellabah e se lo avvolse attorno al corpo nudo. «Vieni. Andiamo nella stanza dello studio».

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Iniziazione al piacere

Un matrimonio combinato non è il modo migliore per iniziare una relazione. Ees è pronta a fare il suo “dovere”, ma niente di più. Oppure sì?
 
Ees si sollevò appena e gli si sedette sopra, attorno. Bruciava come fuoco. Ma, d’altronde, era in fiamme, quindi tutto tornava. Quell’uomo la infiammava di piacere. Non le era mai successo e non sapeva che cosa fare, ma non sarebbe rimasta passiva. «Ecco l’austero e anziano regnante» disse, sarcastica. «La terza volta, questa sera. Per dovere, mai per piacere. Perché lo vuole lo stato, mh?».
«Stai zitta».
«Non sto zitta» ribatté lei. Iniziò a muoversi. Goffamente, dato che non l’aveva mai fatto. «Non sto zitta» ripeté. Ogni affondo era come una frustata. Bruciante, ma anche eccitante. Ees era di nuovo bagnata, anche se non bastava. Continuò ostinatamente a sedersi sull’erezione dell’altro, sentendolo ogni volta come un paletto ardente. Iniziò ad ansimare e a gemere, perché non poteva resistere in silenzio a quell’agonia, a quel piacere.
Vran la prese per le natiche, la rivoltò e continuò al suo posto. Velocemente, bruscamente.
«Allora fammi sentire» le disse.

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Classificazione: 5 su 5.