Vita privata e abitudini di accoppiamento del vampiro newyorkese

The New Little Black Chronicles

Katel lavora in un’azienda di telecomunicazioni di Manhattan, nel ramo risorse artistiche. La sua vita scorre tra un impegno e l’altro, quando un incidente le apre un posto che non avrebbe mai pensato di ricoprire: assistente di Florian Viscardi, grande capo in persona.
Viscardi si rivela da subito un individuo particolare. Riservato in modo quasi patologico, gravemente fotofobico, vive al chiuso o dopo il caler del buio. Ma è anche una persona acuta, curiosa e meno altera di quanto possa sembrare. E ha gli occhi più incredibili che Katel abbia mai visto. Inevitabilmente, inizia a subire il suo fascino, senza speranza di essere ricambiata. Per quell’uomo bellissimo e potente lei è solo una valida collaboratrice. Non oltrepassa mai i limiti del rapporto professionale.
Ma, poi, lui è davvero quello che sembra? Katel si rende sempre più conto che la vita che vive è perlopiù una menzogna… chi è davvero Florian Viscardi? La risposta è così incredibile che non può essere vera. Oppure sì? Davvero il suo affascinante capo è un mostro delle leggende?

«Scusa, di chi è questa macchina?».
«Mia. Veicolo personale. Cerca di trattarla bene».
Lui ridacchiò. Era tutto stravaccato sul sedile del passeggero e, anche se era truccato, assomigliava ancora al suo vero sé. «Una Porsche Carrera? Sul serio, Katel? Ti facevo più originale».
Gli lanciai un’occhiataccia.
«Non parlare male della mia bambina».
Lui rise ancora. «No, no, ci mancherebbe. E cercherò di trattarla con ogni gentilezza… sperando che questa tizia “serissima” non mi salti addosso sulla via di casa».
«Oh. Oh, che razza di animale, per forza Andrea ti ha scaricato. Non osare fare giochetti strani nella mia macchina».
Lui sospirò. «Ma no, figurati. Con Heather Quella-lì, poi. Sarà vanilla dalla testa ai piedi. Tu sei vanilla, Katel?».
Era la primissima domanda di natura personale che mi facesse. Fino a quel momento la sua discrezione era stata completa, non mi aveva mai chiesto neppure se preferissi il caffè nero o macchiato. E ora quella strana domanda.
«Io non sono niente. Non ho relazioni, non faccio sesso occasionale, non guardo nemmeno film erotici».
«Sei messa così male, eh?».
Ero messa così male. A peggiorare la situazione, da qualche tempo coltivavo il sogno impossibile di farmi lui, una cosa che non sarebbe mai successa, fantascienza pura.
«Ma ho una bella macchina» mi difesi.

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Classificazione: 4 su 5.

L’amante immortale

The New Little Black Chronicles

La vecchia casa di famiglia in Scozia non è stata un granché nei pensieri di Hazel, negli ultimi anni. È un cottage pericolante, semi-inghiottito dalle erbacce, disperso nel nulla. L’edificio più vicino è un castello in rovina di epoca medioevale, ovviamente disabitato… o almeno così sembra.
Quando Hazel, dopo la morte della madre, si decide a tornare alla vecchia casa per ripulirla e metterla in vendita, non si aspetta di trovare un vicino. Edan è brusco, burbero, scozzese fino al midollo, e ha un cane a cui piace un po’ troppo leccare la faccia alle persone. Ma è anche in grado di accendere un camino a legna e usare un tagliaerba, quindi ha i suoi aspetti positivi.
Ah, ed è bello, a modo suo. Affascinante e scompigliato, anche se scostante. In realtà, conoscendolo meglio, vengono fuori sempre nuovi lati positivi… e un lato negativo davvero ingombrante, visto che Edan non è esattamente un essere umano.
Ma come lui stesso dice a Hazel in tono seccato: «Dannazione, è il 2017, che cosa c’è di così sconvolgente in un vampiro?».

Si voltò dal mio lato. La luce della candela giocava sui suoi lineamenti irregolari, eppure affascinanti. Sì, principalmente lo trovavo bello. Sexy. Virile. Con quei capelli scuri in disordine e gli occhi brillanti, la pelle compatta e chiara, il naso affilato e un po’ storto e la bocca… una bocca spaventosa, davvero, ma anche attraente.
Socchiuse gli occhi e inspirò. «Mi piace il tuo odore».
«Sì, l’hai già detto. Non so nemmeno di quale odori parli».
«La tua pelle… l’odore del bagnoschiuma… quello della tua eccitazione».
Rimasi in silenzio. Aveva dovuto dirlo lui perché me ne rendessi conto, ma aveva ragione: avevo il sesso umido, irrorato di sangue, in parte dischiuso. Non ne sentivo l’odore, ma sapevo che se mi avesse sfilato i pantaloni del pigiama si sarebbe diffuso nell’aria.
Lui allungò una mano e mi slacciò il secondo bottone del pigiama, rivelando il solco tra i miei seni. I capezzoli mi si erano induriti e quasi mi facevano male.
«Edan…»
«Ho già detto che non ti mordo» rispose lui, un po’ seccato.
«No, lo so. È un po’… complicato, quello che sento per te».
Mi slacciò un altro bottone.
«Mh-mh».
Sospirai. Quell’avvicinamento lentissimo mi piaceva. E mi piaceva lui, i suoi occhi scintillanti, le sue mani dalle vene in rilievo…
Chiusi gli occhi nello stesso momento in cui lui infilava una mano nella blusa e mi soppesava gentilmente una tetta. I suoi polpastrelli erano lisci come seta.

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Vendetta

The New Little Black Chronicles

Che cosa ci fa Tyr, l’albino millenario, in una delle peggiori favelas di Rio de Janeiro? Quale terribile perdita l’ha convinto a partire per una missione vendicatrice solitaria? A chi sta dando la caccia? Tra la desolata umanità di una Rocinha in bilico tra la redenzione e il disinteresse delle autorità, Tyr è pronto a giocare a un gioco molto rischioso, con l’unico aiuto di una prostituta minorenne già disillusa dalla vita e di una poliziotta che crede in una favela libera dal controllo dei narcotrafficanti. Nessuno di loro uscirà uguale a prima dal gorgo pericoloso e sensuale di Rio…

Quindi, dopo tutto, Tyr voleva quello che volevano tutti. Lana si disse che non importava: le aveva salvato la vita, si era preso cura di lei e le aveva persino comprato cibo e vestiti. Inoltre, vendeva quello che Tyr ora voleva sette giorni su sette a chiunque pagasse… dov’era il problema?
Salì sul letto con le ginocchia e si sfilò la canottiera. La buttò da un lato, per poi slacciarsi il bottone dei pantaloni.
«Vieni qua» ripeté Tyr.
Lana si chinò su di lui, chiedendosi che cosa avesse il mente quel tizio incomprensibile. Come scoprì un istante dopo, niente di strano: allungò la testa per prenderle un capezzolo tra le labbra. Lana sentì la sua lingua solleticarla leggermente e…
Quello che avvenne subito dopo fu… impossibile. Fu come se dal punto in cui la bocca di Tyr le leccava delicatamente il capezzolo si diramasse una corrente di puro piacere. Quel piacere violento e sempre più inspiegabile si diffuse nel suo corpo come un’onda formicolante.Lana perse l’equilibrio e cadde addosso a Tyr, o meglio, gli sarebbe caduta addosso se lui non l’avesse afferrata fulmineamente per le braccia, adagiandola sul materasso.
Un primo sospiro di piacere sfuggì dalle labbra di Lana. Era inspiegabile, era… doveva averla drogata o qualcosa del genere. Doveva aver messo qualcosa nella feijoada… perché lei non godeva mai con i clienti, e in realtà non godeva mai in generale, quindi quello che le stava succedendo era…
«Inevitabile, credimi» mormorò Tyr.

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Nei tuoi pensieri

The Little White Chronicles 3

Quando Kril accetta di affittare il proprio utero lo fa per soldi. Non può sapere che l’uomo che l’ha assunta ha qualcosa di molto particolare: può vedere nei suoi pensieri. Relazionarsi con lui è tutt’altro che facile, all’inizio, ma lentamente Kril inizia ad apprezzarne le qualità. Per Moon Whittaker avere a che fare con le altre persone non è mai semplice. Sa di loro troppe cose per riuscire a fidarsi. Kril lo capisce, ma non vuole restare coinvolta. Mentre suo figlio le cresce dentro, tuttavia, si renderà conto che non restare coinvolta sarà molto difficile. E che ai margini della vita di Moon ci sono anche altre questioni, questioni che non riguardano solo lui, ma dei misteriosi esseri che attraversano il tempo senza esserne sfiorati…

«Per lo più, averti attorno non è stressante come credevo che fosse quando ti ho conosciuto. Per lo più, non mi importa che ascolti quello che penso. A volte ti ammazzerei, è chiaro. E a volte è davvero difficile, stare nella stessa stanza con te. La buona notizia è che in casa tua ci sono un sacco di stanze» ammise Kril, posando la forchetta.
«Inoltre ti piaccio» puntualizzò Moon. «Esteticamente, dico. E anche come persona, la maggior parte del tempo».
Kril alzò gli occhi al cielo. «Non vedi che questa è una di quelle cose che puoi anche fingere di non sapere?».
«È finora che dico quanto mi piaci tu. E poi, hai fatto tutto il tuo discorsetto e pensavi a… Cristo, non so nemmeno come si chiama. L’infossatura sopra alla mia clavicola?».
Lei sorrise. «È adorabile».
«È adorabile» ripeté lui, vagamente perplesso. «Già, be’» continuò, avvicinandosi a lei e abbassando un po’ la voce. «Ci sono un sacco di tue parti che sono adorabili».
«La dimensione delle mie tette è un fatto transitorio, sai» puntualizzò Kril, che in quel periodo non si sentiva affatto bella.
«Lo supponevo» ammise lui, fingendo di non averlo sentito. «Ma hai una zona erogena… erogena per me, naturalmente, che apprezzo in modo particolare».
«Gli occhi» scherzò lei. «Lo sapevo».
«Lo faresti per me, ora?».
Lei inarcò le sopracciglia. «Che cosa?».
«Immaginare di avermi dentro».
Kril arrossì in modo molto gratificante.
Un secondo più tardi Moon alzava la mano per avere il conto.

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Giochi di ombre

The Little White Chronicles 2

Jean, un tempo perdigiorno, è la più giovane degli immortali. Per questo motivo gli uomini che vogliono carpire il segreto della sua razza non sanno niente di lei: un’occasione unica per avvicinarsi con l’inganno alla loro organizzazione. Jean riesce a conoscere e a sedurre il loro direttore, ma ci sono altri giocatori, in questo gioco d’ombre. I primi nemici degli Osservatori, infatti, sono esseri longevi quanto gli immortali, ma notturni e sanguinari… Per di più il creatore di Jean, Gilles, è lontano, forse morto, forse semplicemente disperato. Jean dovrà stare molto attenta e dovrà imparare a non avere pietà, se vuole rivederlo.

Un anno e mezzo, e non gli era ancora passata. Glenn Cooper pensava che in un’altra vita quella donna l’avrebbe sposata solo per potersela portare a letto tutti i giorni. Così come stavano le cose… se la scopava più o meno una volta alla settimana, e non andava poi male.
Questo pensiero fu così chiaro che Jean lo sentì dal pianerottolo, mentre lui saliva in ascensore. Per lei era stato un anno e mezzo… frustrante. Cooper la adorava, ma si sbottonava pochissimo. Quello che aveva scoperto l’aveva già riferito ad Ari e agli altri, ma non era molto. Non era abbastanza.
Ed erano quasi due anni che non vedeva Gilles.
Si rendeva conto che amarlo così tanto era stupido. Erano stati insieme poco più di un mese, quasi due anni prima. Solo che lo amava e gli mancava follemente.
Glenn scese dall’ascensore e le andò incontro. «Ciao, amore» le disse.
La chiamava così, “amore” e Jean lo trovava tra il ridicolo e il patetico. Anche se, in un certo senso, provava della comprensione umana, nei suoi confronti.

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Fuori dal branco

The Little Black Chronicles 7

Il matrimonio di Harry Pierce, capo dei lupi britannici, è durato il tempo di uno sbadiglio… anche perché nella sua vita è entrata una nuova persona, l’eccentrica vampira Lady Susanna Erskine. Sulla carta due caratteri forti come i loro non dovrebbero legare, ma il vero problema non sembra questo. Le interferenze del branco di Londra, tradizionalista e chiuso, diventano sempre più insistenti, e nel momento peggiore. Harry sta trattando con il consiglio dei vampiri un trattato di non aggressione sul quale ha lavorato duramente e che renderebbe la vita di tutti più sicura, ma senza l’appoggio della sua stessa gente la situazione rischia di diventare esplosiva…

Pierce la guidò fino agli elegantissimi bagni del City of London Club. Non quelli subito accanto alla sala, ma quelli in fondo al corridoio. Aprì la porta e la lasciò passare per prima.
Era tutto molto curato. Pavimenti di marmo e sanitari lucidi, bordati d’ottone.
Harry richiuse la porta dietro di loro e ruotò il nottolino della serratura.
«Se provi a mordermi, ti sbrano» le disse, con un sorriso. Lo disse sfilandosi la giacca, che poi appese all’apposito appendiabiti di ottone.
«Quanta sicurezza» commentò lei.
Pierce si slacciò la cravatta.
Appese anche quella. Si chinò su di lei, appoggiandosi con un gomito alla porta. «Naa… probabilmente puoi anche bermi» sorrise, baciandola sulle labbra. Il bacio si fece più profondo, quasi rabbioso. Lady Susanna lo prese per la nuca e lo tirò verso di sé.
«Intanto fammi vedere se sei all’altezza delle recensioni» sogghignò, stringendogli una spalla.
«Non ne farei una questione di rating» disse lui, in tono molto civile. Mentre si dimostrava così civile a parole, la sollevava per le natiche e la attaccava alla porta. Lei gli circondò la vita con le gambe, in modo che Harry riuscisse a tirarle su la gonna del vestito.
Si chiese come avrebbe risolto la questione se lei avesse indossato dei collant (il solo pensiero la faceva rabbrividire di orrore). Un secondo più tardi ebbe la risposta, quando i suoi slip volarono in un angolo, dopo che Harry glieli aveva strappati di dosso.
«Lady Susanna» sorrise, riprendendola dietro alle cosce, «in nome della diplomazia interspecie credo di aver bisogno almeno di un gesto di assenso».
«È molto deludente» rispose lei. «Una volta i lupi ti fottevano con il preciso scopo di sbranarti subito dopo. Per noi ragazze era un momento magico».

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Le notti di Madeline 2

Little Black Chronicles Story

Madeline ha dovuto mettersi in gioco, per riuscire a diventare la schiava personale di Diomedes, e nemmeno adesso può dormire sugli allori, perché il suo Padrone non è il tipo da darle troppe certezze. Inoltre, in seno al consiglio dei vampiri sta crescendo il dissenso per l’indulgenza che il nuovo capo, Adrian, riserva ai lupi, nemici storici dei bevitori di sangue. Madeline resterà invischiata in un complotto contro Diomedes e Adrian stesso, e dovrà lottare per sopravvivere… tutto questo su un paio di tacchi dodici, imbavagliata e con i polsi legati dietro alla schiena.

«Quindi… è questo l’effetto che ti fa venire rapita?» disse, accarezzandole il corpo con le mani guantate. «Ti bagni e inizi a godere?».
«Se… se mi rapisce lei sì, Padrone…» ammise Maddie.
Diomedes si sfilò il passamontagna e lo buttò da un lato. «Dio… guarda che puttanella viziosa… stai per cominciare a gocciolare per terra».
Maddie si sentì tagliare di nuovo, tra i seni, e gemette più di piacere che di dolore. Era semplicemente troppo eccitata per distinguere tra l’uno e l’altro. Inoltre erano giorni che Diomedes non le consentiva di venire, quindi era carica come una molla.
Lui le allargò le cosce con le mani e Maddie sentì la punta di un guanto sul clitoride. Iniziò ad ansimare, senza riuscire minimamente a fermarsi.
Diomedes si sfilò un guanto e le accarezzò le labbra con le dita nude. Maddie iniziò a leccarle. «La vuoi la mia mano? Tutta quanta?» le chiese.

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Le notti di Madeline

Little Black Chronicles Story

Madeline non sa da quanto tempo sia prigioniera di quel… mostro. Il mostro la batte e la morde. Il mostro è un vampiro, come quelli dei film dell’orrore. Anzi, peggio. Poi, inaspettatamente, un altro vampiro la porta via, nella sua grande casa… come schiava. O meglio, Madeline dovrà convincerlo di essere la migliore schiava che abbia mai avuto, se non vuole essere rispedita dal suo vecchio Padrone. Ma lo stile di Diomedes, essere secolare e membro del Consiglio, è molto diverso da quello del suo predecessore e Madeline scopre presto di essere disposta a fare qualsiasi cosa pur di restare con lui.Un libro di dominazione e sottomissione ambientato nell’universo narrativo delle Little Black Chronicles.

La frusta tornò a morderla sulle natiche calde e sensibili. Lievemente più piano, come una carezza rovente. Madeline si morse le labbra più forte per non ansimare di piacere. «Tre…» singhiozzò.
«Quindi… la frusta sì, le sculacciate sì, farti infilare roba dentro sì… Madeline, cerchiamo di mantenere le apparenze: ti sto torturando» sorrise lui.
«P-per favore, continui, Padrone…» gemette lei.
Diomedes tornò a colpirla. La colpì nella parte bassa delle natiche, dove la pelle è sottile e sensibile, e la colpì forte. Madeline lanciò un piccolo grido.
«Quindi?» le chiese lui, inarcando un sopracciglio.Lei deglutì. Giusto, doveva contare. Dove erano arrivati? «T-tre…» ansimò.
«Risposta sbagliata» le fece notare Diomedes, freddamente. «Quindi, visto che non ti ricordi nemmeno quante volte sei stata colpita, ricominciamo da capo».
Detto questo, la frusta sibilò di nuovo nell’aria. «Uno!» gridò Madeline.

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Subtle Signs

The Little Black Chronicles 4

From Spain in the Moors Era, to Scotland in the 15th century, from 18th century Germany to modern London, the lives of the vampires and the werewolves that we know have many secrets.
What is the connection between Tyr, the albino vampire and Eno, the African blood eater? Who was the Scottish woman who reminded Adrian of Sarah? How did Vlan and Myra become what they are? Is Anne, Harry’s bodyguard, only a faithful she-wolf? Who betrayed both species by handing over Sarah’s son to the Observers?
A long journey through the centuries and through the darkest shadows of passion, but also through timeless feelings that tie all beings together, whether they are human or not.

He turned around. Anne was approaching him and it was clear she wanted to speak to him. He stuck his hands in his pockets and waited for her to reach him.
‘Sir…’ she said, stopping a few feet away from him, ‘…I smelt you out here and…’ Harry sniffed the air more attentively. Well, he was almost flattered that she was still turned on.
Anne blushed, taking a small step back. ‘Well, regarding this morning… and… I’m sorry, sir, I didn’t…’
Harry shrugged. ‘It’s her smell. She is intoxicating,’ he said. ‘And you are too,’ he added turning his back on her. He walked calmly towards the back of the house. Anne stayed where she was, obviously undecided.
‘It’s up to you,’ Harry specified, turning somewhat before carrying on.
He heard her footsteps behind him. There was no need to add anything else.
He entered the back door and hallway, which was rather bare. In a corner there was all the gardening equipment hung up on the wall and a cupboard that had who knows what inside. Stuff that his employees used, probably. Anne entered behind him and closed the door. She looked around, she looked at him, then she rested her elbows against the wall, pushing her bum outwards.
Her smell, now that they were in a small space was… significant. Harry got a slight head rush, while he approached her. Standing up behind her, he unfastened her trousers and he lowered them to under her buttocks.
She had a nice, firm behind, among other things. A really beautiful behind. All of Anne was rather appealing really, even if she couldn’t hold up to Sarah’s standards. Sarah was beautiful from the tip of her hair to the tips of her feet. Sarah made you hard even by just looking at a photograph of her.
Anne was… excited. And thus exciting as a consequence, for any other wolf. She was willing to mate.
She was… well, a human would have defined her as wet.

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Segni sottili

The Little Black Chronicles 4

Dalla Spagna del periodo moresco alla Scozia del XV Secolo, dalla Germania settecentesca alla Londra moderna, le vite dei vampiri e dei licantropi che conosciamo hanno avuto vicende alterne. Qual è il legame tra Tyr, il vampiro albino, ed Eno, la bevitrice di sangue africana? Chi era la donna scozzese che ricorda Sarah ad Adrian? Come sono diventati ciò che sono Vlan e Myra? Anne, la guardia del corpo di Harry, è solo una lupa fedele? E chi ha tradito entrambe le razze consegnando il figlio di Sarah agli Osservatori?Un lungo viaggio tra i secoli e tra le ombre più oscure della passione, ma anche tra i sentimenti intramontabili che legano tra loro tutti gli esseri, siano umani o meno.

Tyr si chinò per dare un’ultima leccata alla donna, poi tornò a guardare Eno. «Non parlare di cose che non conosci» disse, senza nessuna particolare inflessione. Si alzò e si appoggiò tra le gambe della prostituta. Le prese il mento, cercando i suoi occhi. «Shh…» mormorò. Lei si azzittì. «Vestiti e vattene. Non ti ricorderai di me».
Si raddrizzò e, mentre l’altra prendeva i suoi vestiti con aria assorta, andò verso la brocca dell’acqua. Si sciacquò la faccia, prima di tornare a voltarsi verso Eno.Le indicò il letto, da cui l’altra si era appena alzata. «Forza, allora. Se è quello che vuoi».
Eno rise. «Non è quello che voglio, razza di jinn impudente!».
Tyr incrociò le braccia, i lunghi capelli bianchi che gli spiovevano sulle spalle dello stesso colore. «No? Vedo dentro alla tua testa, fiorellino».
Eno fece un passo indietro.«Ah. Ma hai paura. Certo» continuò lui, tranquillo. Prese il suo djellabah e se lo avvolse attorno al corpo nudo. «Vieni. Andiamo nella stanza dello studio».

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