La perdigiorno

The Little White Chronicles 1

Jean è una giramondo, non si ferma mai in un posto troppo a lungo. Durante un viaggio aereo incontra un uomo sexy con una benda su un occhio. Pensa che sia una piacevole distrazione, una persona interessante come ne ha conosciute molte, ma non sa che Gilles non è una persona come tutte le altre. Per niente. La attirerà in un mondo fatto di esseri infinitamente longevi, che vivono tra di noi senza essere come noi. Ma ora l’esistenza millenaria di Gilles è stata notata da un misterioso gruppo di uomini senza scrupoli e quel mondo è in pericolo…

Gilles le rivolse un sorriso pigro e vagamente indisponente mentre lei gli sfilava i pantaloni.
«Quanta fretta, Jean. Da cosa scappi?» le chiese, quando lei gli salì sopra, affondando su di lui. La prese per le natiche e la rivoltò pancia all’aria, con un piccolo grugnito e senza uscire da lei.
«Guarda… Posso essere veloce quanto te» ansimò nel suo orecchio, mentre lei iniziava a contrarsi attorno a lui. Lo sentì venire, veloce come aveva promesso (minacciato?) di essere.
Respirarono in silenzio per qualche minuto.«Voglio solo che mi rispondi» disse Jean, appoggiando la testa sulla sua spalla. «Chi ti ha insegnato a… lo sai».
Sentì il fremito di una risata silenziosa attraversargli il corpo. «Ho imparato qua e là, con il tempo. Era questo che volevi sapere?».
Jean schioccò la lingua. «Più o meno. Quanti anni hai, tra l’altro?».
Lui sorrise ancora, mille piccole rughe che si formavano accanto al suo occhio sinistro. «Tu che cosa dici?».
Lei si mordicchiò un labbro. Non voleva sembrare offensiva, così disse «Trentacinque?» anche se lo stimava più vicino alla quarantina.
«No, decisamente no. Fai circa tre-mila».

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Classificazione: 4.5 su 5.

Dei in terra

In un lontano futuro, il mondo occidentale è governato da una timocrazia di sei regnanti. I Timocrati non sono normali esseri umani… la cosa a cui assomigliano di più sono divinità altere e distanti.
Julie è una scienziata, una genetista il cui lavoro ha destato l’interesse della Timocrazia e in particolare dell’essere conosciuto come Marte. Marte le dà tutto quello che ha sempre voluto: fondi, personale, appoggio politico… ma presto Julie inizia a sognarlo e in quei sogni lui non è una divinità altera e distante. E Julie inizia a chiedersi: può un essere umano come lei risvegliare l’amore di un dio?

Quella notte ebbe il primo sogno. Non lo considerò strano, né anomalo. Era stesa a pancia in giù su una superficie morbida. Dormiva, o meglio, sapeva di aver dormito. Si era svegliata, ma aveva gli occhi socchiusi. Aveva la sensazione di essere in un luogo confortevole, dalla luce chiara e rosea, dall’odore pulito. Qualcuno le scostava i capelli dal collo, ma lei non si voltava. Era abbandonata e fiduciosa. Le dita di una mano la toccavano sulla nuca, nel punto in cui la colonna vertebrale diventa scatola cranica. Quelle dita la accarezzavano e poi iniziavano a scendere lungo la sua schiena, contandole delicatamente le vertebre. Julie diventava consapevole di essere nuda.
Le dita scivolavano sempre più in basso e Julie iniziava a desiderare il loro tocco. Non faceva nulla, ma si tendeva lievemente e si inarcava. Quelle mani sconosciute le accarezzavano le natiche.
Julie, nel sogno, voleva che continuassero a toccarla, voleva che la esplorassero in modo autenticamente erotico, ma non diceva nulla. Non parlava. Emetteva solo un lieve sospiro, sperando che quella persona, della cui identità non si preoccupava minimamente, capisse che doveva continuare.
E quella persona continuava. Le solleticava l’interno delle natiche e Julie si inarcava di più. La accarezzava sulle morbide labbra glabre del suo sesso, per poi far scivolare le dita tra loro, nella sua fessura umida e accaldata.
Quelle dita la dischiudevano, delicate e ferme, per poi sprofondarle dentro. Le procuravano un piacere… un piacere lento che saliva e saliva, diventando sempre più corporeo e bruciante. Julie si rendeva conto di ansimare forte e di essere vicina al culmine. Le dita si trasformavano in un membro maschile e qualcuno le posava le mani sulle spalle.
«Continua, ti prego» mormorava Julie.

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Segni sottili

The Little Black Chronicles 4

Dalla Spagna del periodo moresco alla Scozia del XV Secolo, dalla Germania settecentesca alla Londra moderna, le vite dei vampiri e dei licantropi che conosciamo hanno avuto vicende alterne. Qual è il legame tra Tyr, il vampiro albino, ed Eno, la bevitrice di sangue africana? Chi era la donna scozzese che ricorda Sarah ad Adrian? Come sono diventati ciò che sono Vlan e Myra? Anne, la guardia del corpo di Harry, è solo una lupa fedele? E chi ha tradito entrambe le razze consegnando il figlio di Sarah agli Osservatori?Un lungo viaggio tra i secoli e tra le ombre più oscure della passione, ma anche tra i sentimenti intramontabili che legano tra loro tutti gli esseri, siano umani o meno.

Tyr si chinò per dare un’ultima leccata alla donna, poi tornò a guardare Eno. «Non parlare di cose che non conosci» disse, senza nessuna particolare inflessione. Si alzò e si appoggiò tra le gambe della prostituta. Le prese il mento, cercando i suoi occhi. «Shh…» mormorò. Lei si azzittì. «Vestiti e vattene. Non ti ricorderai di me».
Si raddrizzò e, mentre l’altra prendeva i suoi vestiti con aria assorta, andò verso la brocca dell’acqua. Si sciacquò la faccia, prima di tornare a voltarsi verso Eno.Le indicò il letto, da cui l’altra si era appena alzata. «Forza, allora. Se è quello che vuoi».
Eno rise. «Non è quello che voglio, razza di jinn impudente!».
Tyr incrociò le braccia, i lunghi capelli bianchi che gli spiovevano sulle spalle dello stesso colore. «No? Vedo dentro alla tua testa, fiorellino».
Eno fece un passo indietro.«Ah. Ma hai paura. Certo» continuò lui, tranquillo. Prese il suo djellabah e se lo avvolse attorno al corpo nudo. «Vieni. Andiamo nella stanza dello studio».

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I divorziati

Dee è socia di un importante studio legale londinese. È giovane, è bella, è professionalmente appagata… e ha divorziato da poco da un uomo invidioso a morte del suo successo. James Rutherford è un accademico di fama, un ex-consulente del governo, una persona influente… e ha appena divorziato dalla donna con cui è stato sposato vent’anni.
Quando si incontrano entrambi sono sospettosi e prevenuti, ma tra loro c’è subito una chimica grandiosa, nonostante le differenze ideologiche e politiche. Basta questo? È sufficiente la passione? Ma non è la passione a spaventare entrambi…

James alzò la testa per guardarla stesa davanti a lui, con le gambe aperte e il busto inarcato. «No, anzi. Dovrebbero arrestarti».
Riprese a leccarla, penetrandola con la lingua e con le dita. Dee spinse il bacino verso di lui e lo implorò molto poco elegantemente di fotterla. Lui la mordicchiò un po’, facendola gemere più forte. Si alzò, lasciandola ansimante sul letto e andò al piccolo frigorifero della stanza. Prese una bottiglietta di Evian Pure, la stappò, bevve un sorso, aprì la porta del bagno e rovesciò nel lavandino il resto del contenuto.
Salì di nuovo sul letto con le ginocchia. «Guarda» le disse.
Il contatto con il vetro freddo la fece ansimare.
«Continuo?» chiese lui.
Dee annuì.

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Classificazione: 4.5 su 5.

Comprami

Eve Rossini è quella che definiscono una escort top-level: guadagna cifre strepitose, ha clienti importanti, tiene in pugno la propria vita. Ama il suo lavoro. Ma forse qualcosa deve cambiare e il suo ultimo cliente la costringerà all’esperienza più estrema di tutte…

Gli rivolsi un sorriso sornione, passandogli le mani dietro al collo.
«La verità? Mi piace quando mi guardi con il cazzo duro. È troppo volgare? Mi piace vedere che mi desideri. Non vedo l’ora di essere nuda sopra di te. O sotto. O davanti. O dove vuoi tu, nella posizione che vuoi tu, mentre mi fai… tutto… quello… che vuoi».
John Miridian mi infilò due dita dentro e strinse.
«Mi hai convinto» disse, con il respiro leggermente accelerato. «Fammi vedere queste altre stanze».
Mi allontanai di un passo e, senza abbassarmi la gonna, camminando tranquilla sui miei tacchi a spillo, lo precedetti oltre la porta di sinistra.
La mia porta.
L’anticamera del mio regno.

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Iniziazione al piacere

Un matrimonio combinato non è il modo migliore per iniziare una relazione. Ees è pronta a fare il suo “dovere”, ma niente di più. Oppure sì?
 
Ees si sollevò appena e gli si sedette sopra, attorno. Bruciava come fuoco. Ma, d’altronde, era in fiamme, quindi tutto tornava. Quell’uomo la infiammava di piacere. Non le era mai successo e non sapeva che cosa fare, ma non sarebbe rimasta passiva. «Ecco l’austero e anziano regnante» disse, sarcastica. «La terza volta, questa sera. Per dovere, mai per piacere. Perché lo vuole lo stato, mh?».
«Stai zitta».
«Non sto zitta» ribatté lei. Iniziò a muoversi. Goffamente, dato che non l’aveva mai fatto. «Non sto zitta» ripeté. Ogni affondo era come una frustata. Bruciante, ma anche eccitante. Ees era di nuovo bagnata, anche se non bastava. Continuò ostinatamente a sedersi sull’erezione dell’altro, sentendolo ogni volta come un paletto ardente. Iniziò ad ansimare e a gemere, perché non poteva resistere in silenzio a quell’agonia, a quel piacere.
Vran la prese per le natiche, la rivoltò e continuò al suo posto. Velocemente, bruscamente.
«Allora fammi sentire» le disse.

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