Le notti di Madeline 2

Little Black Chronicles Story

Madeline ha dovuto mettersi in gioco, per riuscire a diventare la schiava personale di Diomedes, e nemmeno adesso può dormire sugli allori, perché il suo Padrone non è il tipo da darle troppe certezze. Inoltre, in seno al consiglio dei vampiri sta crescendo il dissenso per l’indulgenza che il nuovo capo, Adrian, riserva ai lupi, nemici storici dei bevitori di sangue. Madeline resterà invischiata in un complotto contro Diomedes e Adrian stesso, e dovrà lottare per sopravvivere… tutto questo su un paio di tacchi dodici, imbavagliata e con i polsi legati dietro alla schiena.

«Quindi… è questo l’effetto che ti fa venire rapita?» disse, accarezzandole il corpo con le mani guantate. «Ti bagni e inizi a godere?».
«Se… se mi rapisce lei sì, Padrone…» ammise Maddie.
Diomedes si sfilò il passamontagna e lo buttò da un lato. «Dio… guarda che puttanella viziosa… stai per cominciare a gocciolare per terra».
Maddie si sentì tagliare di nuovo, tra i seni, e gemette più di piacere che di dolore. Era semplicemente troppo eccitata per distinguere tra l’uno e l’altro. Inoltre erano giorni che Diomedes non le consentiva di venire, quindi era carica come una molla.
Lui le allargò le cosce con le mani e Maddie sentì la punta di un guanto sul clitoride. Iniziò ad ansimare, senza riuscire minimamente a fermarsi.
Diomedes si sfilò un guanto e le accarezzò le labbra con le dita nude. Maddie iniziò a leccarle. «La vuoi la mia mano? Tutta quanta?» le chiese.

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Classificazione: 5 su 5.

Le notti di Madeline

Little Black Chronicles Story

Madeline non sa da quanto tempo sia prigioniera di quel… mostro. Il mostro la batte e la morde. Il mostro è un vampiro, come quelli dei film dell’orrore. Anzi, peggio. Poi, inaspettatamente, un altro vampiro la porta via, nella sua grande casa… come schiava. O meglio, Madeline dovrà convincerlo di essere la migliore schiava che abbia mai avuto, se non vuole essere rispedita dal suo vecchio Padrone. Ma lo stile di Diomedes, essere secolare e membro del Consiglio, è molto diverso da quello del suo predecessore e Madeline scopre presto di essere disposta a fare qualsiasi cosa pur di restare con lui.Un libro di dominazione e sottomissione ambientato nell’universo narrativo delle Little Black Chronicles.

La frusta tornò a morderla sulle natiche calde e sensibili. Lievemente più piano, come una carezza rovente. Madeline si morse le labbra più forte per non ansimare di piacere. «Tre…» singhiozzò.
«Quindi… la frusta sì, le sculacciate sì, farti infilare roba dentro sì… Madeline, cerchiamo di mantenere le apparenze: ti sto torturando» sorrise lui.
«P-per favore, continui, Padrone…» gemette lei.
Diomedes tornò a colpirla. La colpì nella parte bassa delle natiche, dove la pelle è sottile e sensibile, e la colpì forte. Madeline lanciò un piccolo grido.
«Quindi?» le chiese lui, inarcando un sopracciglio.Lei deglutì. Giusto, doveva contare. Dove erano arrivati? «T-tre…» ansimò.
«Risposta sbagliata» le fece notare Diomedes, freddamente. «Quindi, visto che non ti ricordi nemmeno quante volte sei stata colpita, ricominciamo da capo».
Detto questo, la frusta sibilò di nuovo nell’aria. «Uno!» gridò Madeline.

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Classificazione: 5 su 5.

Venere in tacchi a spillo

Stuart Wright nella vita è un vincente. Ha una bella casa, un lavoro prestigioso, un sacco di gente che non aspetta altro che compiacerlo. Poi incontra Victoria e lei lo lega al letto. Gli cammina sopra. Lo schiaffeggia. In poche parole, lo domina. E Stuart inizia a rendersi conto che è quello che gli mancava. Victoria lo accompagna alla scoperta dei suoi limiti… quelli del suo piacere e quelli del suo dolore, mostrandogli che può avere il mondo ai suoi piedi – stando sotto ai piedi della sua padrona.

«Spero che tu sia di mentalità aperta» gli dissi, in tono serio. «Mi fermerò quando vuoi, sai».
«Eh?» fece lui, un po’ confuso. Ma il cavallo dei suoi pantaloni aveva un rigonfiamento molto significativo e ormai era troppo tardi perché si tirasse indietro. Voleva scopare.
In quanto a me, volevo scopare anch’io, ma volevo anche legare quel cavolo di marketing manager al letto e vedere che cosa succedeva.
Aprii un cassetto e gli mostrai le mie manette.
Lui ridacchiò. «Oh… okay, se vuoi giocartela così…»
La testiera del mio letto era a colonnine. Era molto pratico, se volete saperlo.
Va bene, lo ammetto: l’avevo comprato apposta.

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Classificazione: 5 su 5.

La perdigiorno

The Little White Chronicles 1

Jean è una giramondo, non si ferma mai in un posto troppo a lungo. Durante un viaggio aereo incontra un uomo sexy con una benda su un occhio. Pensa che sia una piacevole distrazione, una persona interessante come ne ha conosciute molte, ma non sa che Gilles non è una persona come tutte le altre. Per niente. La attirerà in un mondo fatto di esseri infinitamente longevi, che vivono tra di noi senza essere come noi. Ma ora l’esistenza millenaria di Gilles è stata notata da un misterioso gruppo di uomini senza scrupoli e quel mondo è in pericolo…

Gilles le rivolse un sorriso pigro e vagamente indisponente mentre lei gli sfilava i pantaloni.
«Quanta fretta, Jean. Da cosa scappi?» le chiese, quando lei gli salì sopra, affondando su di lui. La prese per le natiche e la rivoltò pancia all’aria, con un piccolo grugnito e senza uscire da lei.
«Guarda… Posso essere veloce quanto te» ansimò nel suo orecchio, mentre lei iniziava a contrarsi attorno a lui. Lo sentì venire, veloce come aveva promesso (minacciato?) di essere.
Respirarono in silenzio per qualche minuto.«Voglio solo che mi rispondi» disse Jean, appoggiando la testa sulla sua spalla. «Chi ti ha insegnato a… lo sai».
Sentì il fremito di una risata silenziosa attraversargli il corpo. «Ho imparato qua e là, con il tempo. Era questo che volevi sapere?».
Jean schioccò la lingua. «Più o meno. Quanti anni hai, tra l’altro?».
Lui sorrise ancora, mille piccole rughe che si formavano accanto al suo occhio sinistro. «Tu che cosa dici?».
Lei si mordicchiò un labbro. Non voleva sembrare offensiva, così disse «Trentacinque?» anche se lo stimava più vicino alla quarantina.
«No, decisamente no. Fai circa tre-mila».

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Classificazione: 4.5 su 5.

Dei in terra

In un lontano futuro, il mondo occidentale è governato da una timocrazia di sei regnanti. I Timocrati non sono normali esseri umani… la cosa a cui assomigliano di più sono divinità altere e distanti.
Julie è una scienziata, una genetista il cui lavoro ha destato l’interesse della Timocrazia e in particolare dell’essere conosciuto come Marte. Marte le dà tutto quello che ha sempre voluto: fondi, personale, appoggio politico… ma presto Julie inizia a sognarlo e in quei sogni lui non è una divinità altera e distante. E Julie inizia a chiedersi: può un essere umano come lei risvegliare l’amore di un dio?

Quella notte ebbe il primo sogno. Non lo considerò strano, né anomalo. Era stesa a pancia in giù su una superficie morbida. Dormiva, o meglio, sapeva di aver dormito. Si era svegliata, ma aveva gli occhi socchiusi. Aveva la sensazione di essere in un luogo confortevole, dalla luce chiara e rosea, dall’odore pulito. Qualcuno le scostava i capelli dal collo, ma lei non si voltava. Era abbandonata e fiduciosa. Le dita di una mano la toccavano sulla nuca, nel punto in cui la colonna vertebrale diventa scatola cranica. Quelle dita la accarezzavano e poi iniziavano a scendere lungo la sua schiena, contandole delicatamente le vertebre. Julie diventava consapevole di essere nuda.
Le dita scivolavano sempre più in basso e Julie iniziava a desiderare il loro tocco. Non faceva nulla, ma si tendeva lievemente e si inarcava. Quelle mani sconosciute le accarezzavano le natiche.
Julie, nel sogno, voleva che continuassero a toccarla, voleva che la esplorassero in modo autenticamente erotico, ma non diceva nulla. Non parlava. Emetteva solo un lieve sospiro, sperando che quella persona, della cui identità non si preoccupava minimamente, capisse che doveva continuare.
E quella persona continuava. Le solleticava l’interno delle natiche e Julie si inarcava di più. La accarezzava sulle morbide labbra glabre del suo sesso, per poi far scivolare le dita tra loro, nella sua fessura umida e accaldata.
Quelle dita la dischiudevano, delicate e ferme, per poi sprofondarle dentro. Le procuravano un piacere… un piacere lento che saliva e saliva, diventando sempre più corporeo e bruciante. Julie si rendeva conto di ansimare forte e di essere vicina al culmine. Le dita si trasformavano in un membro maschile e qualcuno le posava le mani sulle spalle.
«Continua, ti prego» mormorava Julie.

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Classificazione: 4 su 5.

Subtle Signs

The Little Black Chronicles 4

From Spain in the Moors Era, to Scotland in the 15th century, from 18th century Germany to modern London, the lives of the vampires and the werewolves that we know have many secrets.
What is the connection between Tyr, the albino vampire and Eno, the African blood eater? Who was the Scottish woman who reminded Adrian of Sarah? How did Vlan and Myra become what they are? Is Anne, Harry’s bodyguard, only a faithful she-wolf? Who betrayed both species by handing over Sarah’s son to the Observers?
A long journey through the centuries and through the darkest shadows of passion, but also through timeless feelings that tie all beings together, whether they are human or not.

He turned around. Anne was approaching him and it was clear she wanted to speak to him. He stuck his hands in his pockets and waited for her to reach him.
‘Sir…’ she said, stopping a few feet away from him, ‘…I smelt you out here and…’ Harry sniffed the air more attentively. Well, he was almost flattered that she was still turned on.
Anne blushed, taking a small step back. ‘Well, regarding this morning… and… I’m sorry, sir, I didn’t…’
Harry shrugged. ‘It’s her smell. She is intoxicating,’ he said. ‘And you are too,’ he added turning his back on her. He walked calmly towards the back of the house. Anne stayed where she was, obviously undecided.
‘It’s up to you,’ Harry specified, turning somewhat before carrying on.
He heard her footsteps behind him. There was no need to add anything else.
He entered the back door and hallway, which was rather bare. In a corner there was all the gardening equipment hung up on the wall and a cupboard that had who knows what inside. Stuff that his employees used, probably. Anne entered behind him and closed the door. She looked around, she looked at him, then she rested her elbows against the wall, pushing her bum outwards.
Her smell, now that they were in a small space was… significant. Harry got a slight head rush, while he approached her. Standing up behind her, he unfastened her trousers and he lowered them to under her buttocks.
She had a nice, firm behind, among other things. A really beautiful behind. All of Anne was rather appealing really, even if she couldn’t hold up to Sarah’s standards. Sarah was beautiful from the tip of her hair to the tips of her feet. Sarah made you hard even by just looking at a photograph of her.
Anne was… excited. And thus exciting as a consequence, for any other wolf. She was willing to mate.
She was… well, a human would have defined her as wet.

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Classificazione: 4 su 5.

Segni sottili

The Little Black Chronicles 4

Dalla Spagna del periodo moresco alla Scozia del XV Secolo, dalla Germania settecentesca alla Londra moderna, le vite dei vampiri e dei licantropi che conosciamo hanno avuto vicende alterne. Qual è il legame tra Tyr, il vampiro albino, ed Eno, la bevitrice di sangue africana? Chi era la donna scozzese che ricorda Sarah ad Adrian? Come sono diventati ciò che sono Vlan e Myra? Anne, la guardia del corpo di Harry, è solo una lupa fedele? E chi ha tradito entrambe le razze consegnando il figlio di Sarah agli Osservatori?Un lungo viaggio tra i secoli e tra le ombre più oscure della passione, ma anche tra i sentimenti intramontabili che legano tra loro tutti gli esseri, siano umani o meno.

Tyr si chinò per dare un’ultima leccata alla donna, poi tornò a guardare Eno. «Non parlare di cose che non conosci» disse, senza nessuna particolare inflessione. Si alzò e si appoggiò tra le gambe della prostituta. Le prese il mento, cercando i suoi occhi. «Shh…» mormorò. Lei si azzittì. «Vestiti e vattene. Non ti ricorderai di me».
Si raddrizzò e, mentre l’altra prendeva i suoi vestiti con aria assorta, andò verso la brocca dell’acqua. Si sciacquò la faccia, prima di tornare a voltarsi verso Eno.Le indicò il letto, da cui l’altra si era appena alzata. «Forza, allora. Se è quello che vuoi».
Eno rise. «Non è quello che voglio, razza di jinn impudente!».
Tyr incrociò le braccia, i lunghi capelli bianchi che gli spiovevano sulle spalle dello stesso colore. «No? Vedo dentro alla tua testa, fiorellino».
Eno fece un passo indietro.«Ah. Ma hai paura. Certo» continuò lui, tranquillo. Prese il suo djellabah e se lo avvolse attorno al corpo nudo. «Vieni. Andiamo nella stanza dello studio».

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The White Vampire

Little Black Chronicles 3

After little Sean’s birth, Sarah is forced into hiding on an island in the North Sea. The Observers (the humans who want to profit from the vampire and werewolves special powers) are on her trail. Not even on this island are Sarah and her son safe. Sarah will have to entrust her life to the most enigmatic of all the vampires on the council. His real age is unknown to everyone. But only thanks to him and his blood, she could achieve revenge.
Vampires feed on three emotions: pain, pleasure and fear. Sarah will experience them all, in a race against time.

Tyr seemed to find this amusing. ‘Everyone had their favourite flavours, don’t you think? But if the idea disturbs you, then I’ll just bite you. It ends the same way anyway.’
I could not understand what he was saying. There was nothing new about this. I never understood when Tyr spoke to me.
He closed his eyes. He seemed tired. As I had already gathered previously, Tyr didn’t reason like most people. He reasoned using a more antique logic and communicating his logic probably depressed him.
‘Yes, it does,’ he confirmed. ‘But it’s not your fault. I wanted to say: do you know I’m more than three thousand years old?’
‘What?’ I said again. ‘Fuck,’ I said, surely not bettering the impression he had of me.
He smiled. ‘In reality, I don’t know. I don’t remember my childhood. I remember only being an adult already. Who knows how old I am. I don’t remember… my mother.’
I felt sorry for him. Everyone should remember their mother, even though there are some exceptions. I suppose there are people who’d prefer not to remember their mother.
But generally…
‘Alright,’ I said.
I went to get Sean. He was scampering in his body suit, transformed in his wolf version. He transformed so silently that I always missed the transition. And he didn’t stay long in his wolf form.
‘Mm-Hm. Very impressive, but now I’d like you turn back to your human form, if you want breakfast that is.’
Sean let out a sort of whimper and turned back into being an infant. It was exhausting at times.
I picked him up and I sat next to the bed. In truth I didn’t care that Tyr would drink the same blood my son would drink. I just simply didn’t think that vampire adults were interested in love. Not on a nutritional level anyway.
I gave up trying to understand and I stretched my arm out towards him. Only afterwards did I remember that Sean was used to drinking from my bosom and that Tyr would have seen it.
Oh, fuck it, I thought. He was three thousand years old, right? I’m sure he’d seen some titties in his life.
He had the decency not to comment even though he smiled slightly.
Sean attached himself onto my breast, after a few seconds I felt Tyr bit me on my wrist.
At that moment I understood.
Fuck, I thought, scrunching up my eyes. Oh, fuck.
It was like… low voltage electricity. From my wrist it irradiated outwards to my whole body with absolute clarity.
Sean let out a vague questioning noise. Of course he did. He removed his mouth and he slowly drooled on me, he looked perplexed.
‘Tyr… stop…’ I gasped.
Tyr moved away. Thank God he didn’t lick me to heal the wounds from his teeth, because I think I would have fainted.

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Classificazione: 5 su 5.

Il vampiro bianco

The Little Black Chronicles 3

Dopo la nascita del piccolo Sean, Sarah è costretta a restare nascosta in una sperduta isola nel Mare del Nord. Gli Osservatori, il gruppo di umani che vogliono trarre profitto dalle incredibili caratteristiche di vampiri e licantropi, sono sulle sue tracce. Ma nemmeno lì lei e suo figlio saranno al sicuro. E Sarah dovrà affidare la propria sopravvivenza al più enigmatico componente del consiglio dei vampiri, il vampiro bianco la cui reale età è sconosciuta a tutti. Solo grazie a lui e al suo sangue, infatti, potrà raggiungere la vendetta.
Tre sono le cose che nutrono i vampiri: dolore, piacere e paura. Sarah li proverà tutti, in una disperata corsa contro il tempo.

Era strana, la sensazione di intimità. Era strano vedere reagire il suo corpo, perché avevo sempre avuto l’impressione che fosse inamovibile. Che ci volesse un avvenimento naturale di proporzioni gigantesche per toccarlo davvero. Che come niente, o quasi, poteva fermarlo, trattenerlo, danneggiarlo, niente, o quasi, potesse muoverlo.
«O quasi» rise lui.
Mi rilassò, la sua risata. Mi resi conto che fino a quel momento l’avevo toccato, baciato e leccato come se fosse un’antica divinità pagana.
«Lo sono».
Lo mordicchiai. «Sei anche un giovanotto albino con un interessante profilo» sorrisi.
«Sì. Mi piace quello che stai facendo. Da un lato non vuoi che mi intrometta, giusto?».
«Da un lato».
«Ma se faccio così…». Mi accarezzò tra le gambe, piegandosi in una posizione impossibile per farlo, e io emisi un piccolo gemito.
«Puoi intrometterti» conclusi.

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The Wolf Den

The Little Black Chronicles 2

All sorts of things happened to Sarah in the past few months; she had been kidnapped by two vampires, she found herself in a clash between supernatural beings, she discovered she had an inexplicable attraction for the leader of the British werewolves, Harry Pierce, and she fell madly in love with Adrian, an eight hundred and fifty years old man who thoughts humans are useless, unless they are to become his “dinner.” It all sounds disastrous but, in truth, Adrian also had some positive qualities… especially between the sheets. Now that the fuss is over, Sarah can finally relax in the arms of her favourite nightmare, but….
But nothing is ever calm in Sarah Adams’ life.
A new puzzling occurrence will force her to reanalyse the situation between Adrian, Harry and herself. This time she’ll end up in the den of some very bad wolves.
The second chapter of the four-part series The Little Black Chronicles.  

As I went up the stairs to the main floor of the house. I crossed all the rooms of Adrian’s home, which of late had become my own.
I didn’t see him anywhere, so I went to the bedroom.
I found him there, naked, with an unconscious and naked girl on top of him. When I walked in, Adrian lifted his head from the girl’s neck and greeted me with a wave. He licked her neck to close the wounds and slipped away from her.
‘She’s out cold,’ he explained, sitting down and rolling his shoulders to release the muscles in his neck. ‘Pure terror, as though she had never before seen a vampire movie.’
I looked at her; I was in a strange emotional situation, I oscillated between worried and irritated. She was young, about twenty-five years old, of clear Jamaican descent, she was definitely pretty. She seemed to breathing, just about.
‘I’ve already told you, she’s only fainted,’ said Adrian.
I watched him walk calmly to the bathroom. A few moments later he walked back with a clean face. He leant on the doorframe and mirrored my glare.
He was… well… he was… Adrian. Pure beauty. Tall, slim, with gorgeous features, bright green eyes and wide shoulders on his slender build. He was Adrian in every other sense as well. There was an unconscious girl on his bed and he couldn’t care less about it.
‘So… what did Harry say?’ he asked.

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