
In una città verticale dove la realtà è effimera, Deva si trova all’improvviso a dover cercare l’aiuto di una sorta di tecno-mago, perché sua sorella Splendid è a un passo dalla morte, tenuta in vita solo da un esile collegamento neurale.
Tremaine è l’ultima corte d’appello per chi non sa come cavarsela. Quelli come lui sono un rischio, vivono un’esistenza da fuorilegge, ma sanno agire sul mainframe quasi come i demiurghi, i padroni della città e del reale.
Deva dovrà scendere all’inferno e poi salire in paradiso per salvare Splendid, e sarà solo l’inizio del suo viaggio. Si troverà a lavorare per l’uomo enigmatico, magnetico e pericoloso con cui ha contratto un debito e a scoprire verità che avrebbe preferito ignorare. La prima delle quali è che tra l’inferno e il paradiso la differenza non è poi molta.
«Vai molto bene. Ai piani alti amano gli umani di aspetto gradevole. Vieni, per prima cosa ti facciamo un bagno».
«Non sono…»
«Ne farai un altro anche domattina prima di salire. Fidati di me. Sei accettabile, ma hai comunque bisogno di essere un po’ sistemata. Hai mai scopato fuori da F*ck?»
Mentre parlava, mi precedeva lungo un altro corridoio spoglio, di cemento nudo. E, a proposito di nudità, non sembrava per nulla imbarazzato dalla mancanza della sua cover. Io un po’ lo ero.
Guardai la sua schiena muscolosa e il suo sedere sodo: non si portava male, segno che forse abbandonava la realtà aumentata abbastanza di frequente da doversi occupare di se stesso.
«In che senso? Su qualche piattaforma di sesso estremo? Ho provato Tie, ma non era il mio genere».
Lui emise una lieve risata. Aprì una porta di metallo.
«Intendo dire se qualcuno ha mai infilato il pene nella tua vagina, tesoro. O un oggetto equivalente».
«Eh? No, perché? Non ho ancora intenzione di riprodurmi. E non vedo che senso avrebbe mettermi roba nella vagina senza uno scopo riproduttivo».
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