Nella tana del lupo

The Little Black Chronicles 2

Negli ultimi due mesi a Sarah ne sono successe di tutti i colori: è stata rapita da due vampiri, si è trovata al centro di uno scontro tra esseri sovrannaturali, ha scoperto di avere un’inspiegabile attrazione per il leader dei lupi della Gran Bretagna, Harry Pierce, e si è ritrovata innamorata cotta di Adrian, un tizio di circa ottocentocinquant’anni che pensa agli esseri umani come “la sua cena”. Sembrerebbe un disastro, se non fosse che Adrian ha anche qualche aspetto positivo… specialmente tra le lenzuola. E ora che la bufera è passata, Sarah può rilassarsi tranquillamente tra le braccia del suo incubo preferito, ma…Ma niente è mai tranquillo, nella vita di Sarah Adams. Un nuovo spiazzante avvenimento la costringerà a rimettere tutto in discussione, tra lei, Adrian e Harry. E questa volta finirà dritta nella tana di lupi molto, molto cattivi.

Ora, forse l’ho già detto, ma Adrian, quando vuole, è l’essere più delizioso del mondo. D’altronde, ha avuto ottocentocinquant’anni per diventare così bravo a letto. A Harry, di base, bastava starmi vicino per farmi eccitare; Adrian otteneva dei risultati simili deliberatamente.
Al contrario di Harry, inoltre, era uno creativo.Quella notte, iniziò a slacciarmi lentamente la camicia e si chinò per baciarmi il collo. «Hai ancora un odore un po’ selvatico, amore» mormorò.

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tasso erotico:

Classificazione: 5 su 5.

Il mio incubo preferito

The Little Black Chronicles 1

Sarah Adams ne ha già passate parecchie, quando viene rapita da due inquietanti sconosciuti dalla pelle candida e dai denti aguzzi e scopre un mondo di cui non immaginava nemmeno l’esistenza. Un mondo crudele e sanguinario, nel quale resterà intrappolata. Nei giochi di piacere e di sangue di Adrian, il suo nuovo “padrone”, e in una guerra tra esseri sovrannaturali che non vuole saperne di finire…

Lui era a letto, tra le lenzuola, ancora in pigiama. Inutile dire che era un elegante pigiama da uomo di seta nera.
«Sei la mia colazione» spiegò, stiracchiandosi. «Spogliati».
Feci come mi diceva e rimasi in piedi accanto al letto, nuda, con le mani lungo i fianchi. Confesso che, dopo la volta precedente, l’idea di fargli da colazione non mi dispiaceva per niente. Avevo i capezzoli eretti ed ero piuttosto ansiosa di farmi mangiare.
Mi mostrò gli oggetti che intendeva usare su di me e io li osservai incuriosita.
Adrian rise. «Guardati! Questo è un secolo senza paura. In un certo senso è un peccato… ma è anche piuttosto pratico. Quali hai già usato?».
«Mh? No, nessuno. Non è il mio genere, credo. Ma capisco quello che intendi: non ho paura, possiamo provare. Se non mi piace, tu smetti?».
Lui rise di nuovo. «Non penso».”

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Classificazione: 5 su 5.

L’amante di Bastel

A Bastel le amanti sono un’istituzione. Donne educate all’arte dell’amore, raffinate e sensuali, appassionate e devote. Talia è una di loro. Quando Bastel viene conquistata dalla vicina Relico, naturalmente lei diventa bottino di guerra. Viene venduta come schiava e acquistata per un harem, dove dovrà conquistare il cuore del suo nuovo padrone… o perire nell’impresa.
Una storia di passione e gelosia, di tradimento e affetto, di sentimenti alti e nobili e bassi e meschini. Perché l’amore è una guerra sanguinosa, il cui campo di battaglia è nel cuore di chi lotta.

Non avevano veramente parlato fino a quella notte. Dopo l’interludio con d’Oberdain, Lucer l’aveva scortata fino in camera sua e aveva detto solo: «Non ora». Le aveva nuovamente aperto il vestito e aveva iniziato a baciarle il corpo famelicamente, febbrilmente, senza lasciarsi (né lasciarle) un secondo.
Le sue mani avevano percorso il suo corpo come se volessero coprirne ogni centimetro e le avevano aperto le cosce. Le era entrato dentro senza preoccuparsi di sfilarle le mutandine, limitandosi a scostarle, e l’aveva schiacciata contro il materasso come se volesse sentire la sua presenza. Che lei era lì, sotto di lui, per lui. Un corpo da usare e a cui aggrapparsi, mentre il resto del mondo si muoveva vorticosamente.
Talia lo accolse al suo interno e raccolse il sudore che gli gocciolava dalla fronte, la spinta frenetica dei suoi fianchi, l’ansimare pesante del suo petto contro al proprio.
Lasciò che la fottesse come avrebbe picchiato un uomo o come avrebbe fatto a pezzi un oggetto o come si sarebbe gettato nel vuoto. Solo azione. Solo carne in movimento, frizione, calore.

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Classificazione: 4.5 su 5.

Meglio i bastardi

Mitra Schon ha un piccolo problema: le piacciono i bastardi. Quando si scontra con il bastardissimo manager di una società di investimenti tra loro la temperatura sale all’istante.

Blackwater scese e si accese una sigaretta.Ero un po’ stupita che un precisino come lui fumasse, ma non glielo dissi. Avrebbe potuto confermare la sua convinzione di essere, in fondo, un originale.Invece, scesi a mia volta e mi appoggiai alla fiancata della macchina accanto a lui. Avevo dimenticato quanto fosse freddo, fuori, ma me ne ricordai subito. Incrociai le braccia, cercando di non disperdere il calore corporeo.
«Direi che è finora che pensa perché cavolo le ho chiesto se aveva un preservativo» lo provocai.
Lui mi lanciò un’occhiata laterale completamente inespressiva. «No, è finora che penso a come dev’essere metterglielo in bocca».
Scoppiai a ridere.
Lui continuò a fumare, mentre io cercavo di smettere di singhiozzare.
«Cavoli, non ho nemmeno più bisogno di un preservativo per provare la mia teoria» gli dissi.
«No, eh?» fece lui. Diede un ultimo tiro e buttò la sigaretta per terra, dimostrandosi ben poco ecologista. «Ho l’impressione di avere appena perso su tutta la linea. Finirà che dovrò offrirle davvero quel posto di lavoro».
«Vada a comprare quei preservativi e le farò vedere che cosa significa vincere con classe» ribattei io.

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Classificazione: 4.5 su 5.