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Eve Rossini è quella che definiscono una escort top-level: guadagna cifre strepitose, ha clienti importanti, tiene in pugno la propria vita. Ama il suo lavoro. Ma forse qualcosa deve cambiare e il suo ultimo cliente la costringerà all’esperienza più estrema di tutte…

Gli rivolsi un sorriso sornione, passandogli le mani dietro al collo.
«La verità? Mi piace quando mi guardi con il cazzo duro. È troppo volgare? Mi piace vedere che mi desideri. Non vedo l’ora di essere nuda sopra di te. O sotto. O davanti. O dove vuoi tu, nella posizione che vuoi tu, mentre mi fai… tutto… quello… che vuoi».
John Miridian mi infilò due dita dentro e strinse.
«Mi hai convinto» disse, con il respiro leggermente accelerato. «Fammi vedere queste altre stanze».
Mi allontanai di un passo e, senza abbassarmi la gonna, camminando tranquilla sui miei tacchi a spillo, lo precedetti oltre la porta di sinistra.
La mia porta.
L’anticamera del mio regno.

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Classificazione: 5 su 5.

Strumenti di piacere

Quando Athena conosce North McLeod, elusivo virtuoso del violino, non sa che diventerà il suo strumento di piacere.

McLeod la afferrò per la nuca con mano ferma ma gentile. La condusse verso un’altra porta, quasi invisibile sulla parete e la spinse su per una stretta rampa di scale.
«Sfilati quel vestito» le disse.
Athena, senza smettere di salire, se lo fece scivolare su per la schiena, fin sopra la testa, poi lo lasciò cadere.
La sua pelle, sudata per il gran caldo della sala, riluceva all’illuminazione incerta delle lampade.
«Togliti tutto» disse ancora McLeod. Sembrava tranquillo, la mano asciutta appoggiata sulla sua nuca, il passo calmo.
Athena si fermò per sfilarsi gli slip, Li lasciò cadere sul pavimento.
«Sciogliti i capelli».
Athena si sciolse i capelli, che le ricaddero, pesanti, sulla schiena sudata.
La mano di McLeod scivolò dalla sua nuca alla sua schiena, e la sospinse dolcemente verso l’ennesima porta. Le si posò su una natica, e lì rimase.

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Meglio i bastardi

Mitra Schon ha un piccolo problema: le piacciono i bastardi. Quando si scontra con il bastardissimo manager di una società di investimenti tra loro la temperatura sale all’istante.

Blackwater scese e si accese una sigaretta.Ero un po’ stupita che un precisino come lui fumasse, ma non glielo dissi. Avrebbe potuto confermare la sua convinzione di essere, in fondo, un originale.Invece, scesi a mia volta e mi appoggiai alla fiancata della macchina accanto a lui. Avevo dimenticato quanto fosse freddo, fuori, ma me ne ricordai subito. Incrociai le braccia, cercando di non disperdere il calore corporeo.
«Direi che è finora che pensa perché cavolo le ho chiesto se aveva un preservativo» lo provocai.
Lui mi lanciò un’occhiata laterale completamente inespressiva. «No, è finora che penso a come dev’essere metterglielo in bocca».
Scoppiai a ridere.
Lui continuò a fumare, mentre io cercavo di smettere di singhiozzare.
«Cavoli, non ho nemmeno più bisogno di un preservativo per provare la mia teoria» gli dissi.
«No, eh?» fece lui. Diede un ultimo tiro e buttò la sigaretta per terra, dimostrandosi ben poco ecologista. «Ho l’impressione di avere appena perso su tutta la linea. Finirà che dovrò offrirle davvero quel posto di lavoro».
«Vada a comprare quei preservativi e le farò vedere che cosa significa vincere con classe» ribattei io.

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